Segna e fa discutere, così Orsolini è diventato un top

Ad assistere all’ultimo derby della Madonnina c’era anche il commissario tecnico azzurro Roberto Mancini che non ha voluto perdersi l’appuntamento con una delle grandi classiche del nostro calcio rivolgendo un occhio particolare ai giocatori eleggibili per gli Europei in programma in estate. Dall’espressione del volto e dalle parole pronunciate nel post partita tuttavia, traspariva un misto di preoccupazione e speranza. Perché, nonostante il faticoso cambio di mentalità, i calciatori italiani che giocano ad alti livelli nelle loro squadre sono ancora pochi rispetto alla media delle altre nazionali europee. Chissà che tra questi non possa esserci ben presto anche Riccardo Orsolini, assoluto protagonista con la maglia del Bologna, reduce da 3 vittorie consecutive prima del ko casalingo per mano del Genoa.

Il fattore Orsolini

Considerato già da qualche anno come una delle promesse del calcio italiano, Orsolini appare finalmente instradato verso il definitivo salto di qualità. Un processo che dalla prossima stagione potrebbe portarlo a vestire la maglia di una grande squadra, senza nulla togliere al Bologna evidentemente. Un passaggio necessario per chi aveva già in parte assaggiato la notorietà derivatagli dall’aver firmato un contratto con la Juventus, che decise saggiamente di girarlo in prestito per “fargli fare le ossa” e accumulare la necessaria esperienza. Anni complicati, verrebbe da dire interlocutori, dai quali il classe ’97 ha saputo comunque trarre il meglio, limando i difetti ma soprattutto riuscendo a lavorare molto sulla propria tenuta mentale.

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Un aspetto essenziale che un giovane determinato ad avere successo ha il dovere di coltivare. La sua centralità all’interno del progetto tecnico del Bologna si nota immediatamente. Unico giocatore della rosa rossoblu, al pari di Skorupski, ad essere sempre sceso in campo in tutte le partite di campionato. Miglior marcatore della squadra con 7 reti realizzate. Miglior assist man con 4 assist. Primo per “passaggi chiave” (14) e occasioni da gol (30). Insostituibile nel 4-2-3-1 di Mihajlovic gioca stabilmente da esterno destro d’attacco sfruttando la capacità di accentrarsi per armare il piede preferito. Quel sinistro che usa magistralmente anche nella battuta dei calci piazzati. Vera e propria arma in più vista la batteria di saltatori a disposizione.

Gli occhi di tutti sul giocatore del momento

Ben strutturato fisicamente, Orsolini può essere catalogato come un esterno atipico, grazie al quale poter sfruttare il campo in ampiezza, profondità e area di rigore. Il passato da attaccante puro infatti gli permette in base alle circostanze di giocare sulla linea d’attacco (la stessa di Palacio per intenderci) e concludere verso la porta avversaria. Un esempio è quanto accaduto in occasione dell’ultimo gol segnato alla Roma. La mancata chiusura dei centrali difensivi giallorossi ha favorito l’inserimento di Orsolini in anticipo su Kolarov. Verosimilmente destinato a ritoccare ancora il bottino di reti stagionali, il marchigiano si sta confermando come dei migliori interpreti del ruolo di tutto il campionato, stuzzicando non poco la fantasia del ct della Nazionale.

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Il match d’esordio con gol ( e due assist) del novembre scorso contro l’Armenia, potrebbe davvero essere stato il primo di una lunga serie. Molto dipenderà dall’idea tattica di partenza sulla quale poggerà il progetto da sviluppare, ma quella di Orsolini resta una candidatura più viva che mai. In attesa di conoscere le scelte definitive di Mancini, il suo valore di mercato continua a salire e addirittura far discutere. 20 milioni di euro secondo l’autorevole Transfermarkt.it, molti di più per Walter Sabatini che ne vorrebbe quasi il triplo per lasciarlo andare. Lusinghe di mercato a parte, la stagione di Orsolini racconta la maturazione e il naturale percorso che ogni giovane calciatore dovrebbe compiere prima che troppe aspettative e responsabilità possano comprometterne una carriera ancora tutta da costruire.

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