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Minuto 109 della finale di Euro 2016 tra Francia e Portogallo. Allo Stade de France l’equilibrio regna sovrano tra la squadra di Deschamps e quella di Fernando Santos. La fatica fisica è visibile in entrambe le compagini. La Francia, in particolare, sembra avere anche una responsabilità mentale, poiché di fatto gioca in casa ed è arrivata all’ultimo atto. Qualcosa che il Portogallo conosce bene, una sensazione vissuta durante Euro 2004. E anche stavolta per i padroni di casa va male. In questo caso è proprio il Portogallo a godere. E lo fa con l’uomo meno atteso di tutta la rosa lusitana, Éder. Con una conclusione estemporanea l’attaccante batte Lloris per il gol della vittoria. Un trionfo incredibile, il primo per il Portogallo nel campionato europeo. Nonché il punto più alto della carriera di un giocatore che mai più toccherà vette del genere.

Éder, l’eroe per caso del calcio moderno

Éder – il cui nome di battesimo è in realtà Ederzito António Macedo Lopes – è un classe 1987 guineano ma naturalizzato portoghese. Non è mai stato uno dei più forti. Non lo sarà mai. Eppure verrà per sempre ricordato come l’uomo che ha consegnato al Portogallo un trofeo storico.

Attaccante alto ma neanche troppo massiccio, esordisce da professionista soltanto nel 2007 con il Tourizense e, dopo un ottimo campionato, viene acquistato dall’Academica. Qui il ragazzo giocherà fino al 2012, mantenendo in realtà una media realizzativa piuttosto bassa, come d’altronde – in quel periodo storico – tutte le prime punte portoghesi (nello specifico, 19 gol in 103 presenze). Nonostante questo, proprio a causa della moria di centravanti vissuta per decadi intere dalla Nazionale, trova i primi gettoni con il Portogallo proprio in quell’anno, stabilendosi dunque nella rosa della selezione lusitana e venendo pure convocato per i Mondiali del 2014.

In seguito Éder – che segnerà il primo gol in Nazionale nel 2015, in un’amichevole contro l’Italia – fa un salto di qualità e va a giocare nello Sporting Braga, club con il quale migliora sensibilmente la media reti (33 in 86 gare) e vivendo quelli che saranno i suoi migliori anni da calciatore in un club, nonostante un infortunio ai legamenti ne avesse pregiudicato una parte di esperienza.

La volontà di emergere dell’attaccante lo porta a tentare un’avventura in Premier League, precisamente tra le fila dei gallesi dello Swansea. Purtroppo l’esperienza sarà decisamente nefasta, poiché dopo 15 presenze senza reti a gennaio il calciatore viene ceduto in prestito con diritto di riscatto al Lille, in Ligue 1. Qui Éder si riprende, siglando 6 reti nell’ultima parte di stagione e guadagnandosi, dunque, la convocazione per Euro 2016.

In totale l’attaccante giocherà soltanto 3 spezzoni di gare. Le prime due nella fase a gironi contro Islanda e Austria (due pareggi, 1-1 e 0-0). L’ultima, per l’appunto, contro la Francia. Éder era subentrato anche a causa dell’infortunio del primo tempo di Cristiano Ronaldo, senza il quale – probabilmente – non sarebbe mai entrato in campo. Il destino ha però voluto che fosse proprio lui l’uomo della Storia. Colui che vanta quello che, a tutti gli effetti, risulta essere ancora oggi il gol più importante della Nazionale portoghese.

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La rete dell’attaccante, peraltro, non è per niente banale. Éder sposta con il fisico il diretto marcatore, andato a scalare. Poi, con un po’ di goffaggine, si porta avanti il pallone. Il suo tiro non sembra impossibile da parare ma la potenza è quella giusta. Un gol rabbioso, duro. Tutto ciò che serviva.

Attualmente, dopo il termine dell’esperienza al Lille, Éder milita nella Lokomotiv Mosca, club con il quale mantiene medie realizzative piuttosto basse nonostante molte presenze. Il gol della vita, però, il portoghese lo ha già segnato. Diventando l’eroe più casuale del calcio moderno.

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Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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