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Revolution è stato un PPV che ha alternato buoni momenti ad altri decisamente meno ispirati. Tra questi un finale fallimentare, che ha inevitabilmente condizionato il giudizio dell’intero evento e quasi vanificato i sacrifici prodotti da Jon Moxley e Kenny Omega in un inedito Exploding Barbed Wire Deathmatch.

AEW Revolution report: la notte della rivoluzione!

AEW, Kenny Omega infuriato per il finale di Revolution

Al termine dell’incontro l’AEW World Champion Kenny Omega, non contento di aver mantenuto il titolo alla vita grazie all’aiuto determinante dei Good Brothers, si è fatto aiutare da questi ad ammanettare Moxley con l’intenzione di lasciarlo inerme sul ring che sarebbe esploso entro pochi secondi.

Eddie Kingston è allora intervenuto a sorpresa per salvare l’amico di sempre, mettendo da parte la loro recente rivalità. Non riuscendo a trascinarlo fuori dal ring ha pensato allora di proteggerlo con il suo stesso corpo da una detonazione che avrebbe dovuto essere devastante.

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Il condizionale è d’obbligo, perché l’esplosione si è infine risolta con qualche fumogeno e alcuni piccoli scoppi. Niente di impressionante, niente che giustificasse il fatto che Kingston, seguendo il piano, si sia finto svenuto fino alla fine delle riprese.

Tony Khan e Moxley hanno successivamente cercato di metterci una pezza, improvvisando il fatto che Kenny Omega non fosse riuscito a costruire una bomba efficace. Ma certo è che il triste finale di Revolution è stato accolto con ilarità sui social, un errore che difficilmente sarà dimenticato e un passo falso della promotion.

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Per Bryan Alvarez di Wrestling Observer Radio Kenny Omega sarebbe letteralmente infuriato nei confronti dei responsabili della AEW. Un finale che poteva essere epico, e che in effetti era scritto benissimo con il ritorno di Kingston e il suo sacrificio, si è trasformato in un disastro.

Adesso la compagnia dovrà cercare di spiegare il tutto e inserirlo nelle sue storyline già dalla prossima puntata di Dynamite in programma mercoledì. Un compito certamente non facile.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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