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WrestleMania è considerata da molti appassionati il più grande appuntamento dell’anno nel panorama mondiale del pro-wrestling. Di certo è il più importante per la WWE, l’evento dove tutto finisce e dove tutto inizia di nuovo e dove niente viene lasciato al caso, dalla scelta degli ospiti speciali a quella della card e dei finali.

Eppure il mondo del wrestling è da sempre soggetto a errori e scelte sbagliate, spesso comprensibili soltanto con il senno di poi ma a volte derivanti anche dalla scarsa fantasia o visione d’insieme del creative team di ogni compagnia. In questo senso ovviamente né la WWE né WrestleMania, il Grandest Stage of Them All, fanno eccezione.

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Il popolare sito specializzato DailyDDT ha stilato così una classifica delle 5 peggiori scelte di booking nella storia di questo iconico evento. Una classifica che ovviamente è personale e che può essere più o meno condivisibile, ma che vale la pena di andare a scoprire insieme.

WrestleMania, le 5 peggiori scelte di booking nella storia

La scelta peggiore in assoluto, per l’autore dell’articolo Julian Cannon, è quella che riguarda il match di WrestleMania 32 tra Brock Lesnar e Dean Ambrose: un No Holds Barred dall’altissimo potenziale, viste le capacità dell’attuale Jon Moxley, e che invece si risolse in un pestaggio a senso unico da parte della Beast Incarnate, il maggiore responsabile di un incontro costruito malissimo eppure l’unico a uscirne bene.

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Nella top (o worst?) 5 non poteva certo mancare il match di addio di Kurt Angle, leggenda della WWE che annunciò per tempo che a WrestleMania 35 avrebbe lottato il suo ultimo incontro. I fan si sbizzarrirono immaginando avversari come John Cena, AJ Styles o Samoa Joe, alla fine arrivò King Corbin. Che si impose in poco meno di 6 minuti, peraltro senza ottenere in seguito alcun push.

Terzo posto per l’unico match in carriera a WrestleMania di Sting: il mondo ha atteso 13 anni per vedere la leggenda della WCW in WWE, e quello che ha ottenuto è stato uno scialbo incontro contro Triple H, un tuffo nel passato con il coinvolgimento assolutamente gratuito di NWO e D-X. Una sfida mai coinvolgente e da cui The Icon è pure uscito sconfitto in modo piuttosto gratuito, un vero peccato considerando come tutto era cominciato.

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Quarto posto con ancora Triple H protagonista, stavolta contro Randy Orton a WrestleMania 25. Una rivalità con un grande potenziale, un buon feud rovinato però da un match decisamente anonimo e andato in scena – qui la colpa dei booker è notevole – dopo il leggendario e indimenticabile primo atto della sfida tra Shawn Michaels e The Undertaker. Un incontro che avrebbe schiacciato qualsiasi incontro andato in scena dopo, figuriamoci uno tanto soporifero come quello tra The Game e The Viper.

Quinta e ultima scelta sbagliata quella di far vincere Charlotte Flair contro Rhea Ripley a WrestleMania 36 nell’incontro valido per l’NXT Women’s Championship. L’autore si chiede il perché di questa scelta, noi aggiungiamo che tutto fu studiato per aumentare lo starpower di NXT in vista della sfida dei ratings con AEW Dynamite. Ma il regno di Charlotte è durato poco e non ha mai convinto, mentre la Ripley ha impiegato quasi un anno per recuperare la credibilità perduta. Una scelta, dunque, innegabilmente pessima.

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Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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