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WrestleMania 37 è ormai storia: l’edizione 2021 del più importante show dell’anno della WWE è archiviata, e si tratterà comunque di un evento che resterà indelebile nel ricordo di moltissimi fan indipendentemente dalla qualità in sé dello spettacolo e dai risultati più o meno discutibili.

Il ritorno del pubblico dal vivo – 50.000 persone hanno riempito gli spalti del Raymond James Stadium di Tampa nelle due notti di show – ha reso l’atmosfera indimenticabile: a distanza di poco più di un anno dal primo lockdown USA il Covid-19 è sembrato finalmente se non un ricordo almeno un avversario che presto sarà definitivamente sconfitto.

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Ma la voglia di tornare alla normalità non può comunque cancellare molte lacune che sono emerse nel corso del weekend del 10 e 11 aprile 2021: WrestleMania 37 è stato senza dubbio uno show discutibile, con diverse cose che non hanno funzionato e che la WWE cercherà di dimenticare.

Il popolare sito specializzato WhatCulture ha raccolto in un articolo firmato da Jamie Kennedy le 10 cose che la WWE vorrà dimenticare dell’edizione numero 37 del Grandaddy of Them All. Andiamo a scoprire quali sono.

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Le 10 cose da dimenticare di WrestleMania 37

Per prima cosa il tempo, cosa di cui la WWE non ha ovviamente nessuna colpa ma che ha condizionato non poco l’atmosfera di festa dell’evento: nella Night 1 lo show è iniziato con più di mezz’ora di ritardo a causa del nubifragio che stava colpendo Tampa, e mentre i lottatori improvvisavano una serie di promo nel backstage a detta di Kennedy si respirava un’atmosfera decisamente anni ’80. E non nel senso buono.

C’è da dire poi che molti feud sono stati costruiti in fretta e furia, forse anche a causa – aggiungiamo noi – della presenza troppo ravvicinata di FastLane nel calendario della Road to WrtestleMania. Riddle VS Sheamus, Owens VS Zayn, Sasha Banks VS Bianca Belair e Asuka VS Charlotte sono stati ottimi match epilogo però di rivalità mai davvero sbocciate, Orton VS The Fiend non ha mai visto la presenza di Bray Wyatt. Per non parlare del bullismo di Shane McMahon nei confronti di Braun Strowman.

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Fischi al posto degli applausi

Nell’edit del DVD di WrestleMania 37 la WWE vorrà farci dimenticare anche un’altra cosa: i fischi del pubblico nei confronti di Logan Paul dopo aver spintonato Sami Zayn e quelli rivolti alle Bella Twins venute a rubare la scena a Bayley. Parliamo infatti di uno youtuber e di due wrestler ritirate, la reazione della folla era prevedibile. Ma non è quella che si aspettavano a Stamford.

E che dire di Hulk Hogan? Il WWE Universe ha fischiato persino The Immortal, che del resto nel 2021 non può contare più troppo sull’effetto nostalgia per far dimenticare al pubblico i suoi passi falsi sul tema razzismo negli ultimi anni. L’accoppiata con Titus O’Neil non è mai decollata, e ogni segmento che lo ha visto coinvolto è sembrato nel migliore dei casi inutile.

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Sarà meglio dimenticare in fretta anche il Nigerian Drum Fight match che ha visto Apollo Crews conquistare l’Intercontinental Championship con l’aiuto di Dabba Kato. Un match di 7 minuti, tanti tamburi intorno al ring mai utilizzati e un incontro che non è mai decollato.

Come non è mai decollato né il Turmoil tag al femminile della Night 1 (WhatCulture sottolinea lo scivolone di Mandy Rose sulla rampa) né il match (davvero troppo lungo) per i titoli di coppia della Night 2 con Tamina & Natalya VS Shayna Baszler & Nia Jax, in cui il pubblico annoiato ha intonato cori per CM Punk infastidendo le atlete sul ring.

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Infine gli ultimi due episodi: l’uscita a vuoto di Michael Cole, che con Sasha Banks stesa dalla KOD di Bianca Belair ha gridato che la campionessa aveva evitato lo schienamento mentre l’incontro era terminato, e quella di un creative team che sembra davvero mettersi d’impegno per rovinare ogni buona idea partorita da Bray Wyatt: The Fiend è tornato ed è stato sconfitto in modo inspiegabile da una sola RKO in un match banale e senza senso.

Effettivamente uno dei tanti momenti da dimenticare di uno show che emozioni a parte a mente fredda è sembrato decisamente rivedibile.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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