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Tra le stelle che hanno preso parte all’annuale edizione di WrestleMania, occasione in cui la WWE si è ricongiunta con il suo pubblico dal vivo dopo il lungo stop dovuto alla pandemia da coronavirus, ha figurato anche il cantante portoricano Bad Bunny.

L’artista è stato impegnato in un tag team match insieme a Damian Priest contro The Miz & John Morrison, destando una bella impressione sul ring e guadagnandosi il rispetto di un pubblico che avrebbe potuto anche sommergerlo di fischi in caso di prestazione negativa.

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Questa non è arrivata grazie allo straordinario impegno che lo stesso Bad Bunny ha messo nella sua avventura in WWE: arrivato come ospite musicale alla Royal Rumble di fine gennaio, occasione in cui ha cantato la sua hit dedicata a Booker T, il cantante si è allenato duramente per due mesi con la ferma intenzione di ben figurare a WrestleMania spinto dall’amore per il wrestling.

Un amore testimoniato da Damian Priest, che in un’intervista esclusiva a SportSkeeda ha raccontato tutta la dedizione e l’impegno che Bunny – protagonista tra l’altro di un’entrata spettacolare degna dell’evento – ha messo in quella che per lui era diventata una vera missione: essere protagonista sul ring e non deludere il pubblico.

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“Ho lavorato con lui dalla settimana precedente la Rumble e sapevo che avrebbe sorpreso tutti. Ci ha messo tutto se stesso, io lo so perché ero lì. Ha dato tutto. L’ho visto cadere e sanguinare, l’ho visto rialzarsi a fatica mentre mi diceva di farlo ancora, e ancora. Senza mollare. Ogni settimana ci trovavamo al Performance Center, e quando finiva chiedeva tempo extra, siamo andati a SmackDown molte volte anche se non saremmo apparsi in tv, soltanto per allenarci.”

Una passione e un rispetto per la disciplina che il WWE Universe ha percepito e a cui ha reso meritatamente omaggio.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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