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All’indomani dell’uscita mondiale su Netflix di “Army of the Dead”, nuovo zombie-movie di Zack Snyder con l’ex WWE Batista tra i protagonisti, si torna nuovamente a parlare di WrestleMania Backlash, evento di wrestling in cui i non-morti sono stati una presenza costante e più che contestata.

WrestleMania Backlash, la partnership con “Army of the Dead” ha portato grandi entrate alla WWE

La Warner Bros ha infatti stretto un accordo con la compagnia di wrestling più famosa e seguita al mondo con l’obiettivo di andare a stuzzicare in particolar modo la fantasia dei numerosi fan WWE legati a Batista, nella compagnia per oltre un decennio e 6 volte campione del mondo.

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“Army of the Dead” è diventato così partner di WrestleMania Backlash, primo PPV successivo al grande evento di WrestleMania che ha visto la presenza in diversi punti della serata di riferimenti al film. Il culmine è stato raggiunto durante il Lumberjack match in programma tra Damian Priest e The Miz, con gli zombie che hanno circondato il ring mettendo a dura prova la sospensione dell’incredulità da parte del pubblico.

Una scelta contestata da molti media in modo praticamente unanime, al punto che persino il New York Post si è scomodato per parlare di un momento definito “tra i più tristi nella storia della WWE”. Una scelta che però dal punto di vista economico sembra essersi rivelata particolarmente redditizia per la compagnia di Stamford.

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Per ottenere tanto spazio in un PPV WWE a così poca distanza dall’uscita del film, infatti, la Warner Bros avrebbe sborsato una somma di denaro davvero molto importante. Secondo il sito specializzato RingSideNews, questa sarebbe “a 7 cifre”, quindi pari almeno a 1 milione di dollari.

Le critiche sulla scelta di portare gli zombie in PPV non sono mancate, come detto, ma se è vero che tutti hanno parlato di “Army of the Dead” e della WWE, che oltretutto ha incassato una cifra così importante in tempi di pandemia, di certo questa non può che essere definita vincente.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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