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Tra due giorni, il 25 giugno 2021, la AEW festeggerà i due anni di vita: era infatti il 25 giugno del 2019 quando la federazione di Tony Khan, dopo mesi di proclami, apriva ufficialmente i battenti con la prima edizione di Double or Nothing in un PPV che si chiudeva con l’attesissimo arrivo di Jon Moxley.

In soli 24 mesi, pur colpita dalle conseguenze di una pandemia che avrebbe potuto spiazzare una promotion all’esordio assoluto, la AEW è riuscita a trasformarsi in una vera e propria spina nel fianco per la WWE, respingendo l’assalto di NXT nella guerra degli ascolti e costringendo il terzo show di Stamford a spostarsi al martedì.

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Merito di stelle come Kenny Omega e il già citato Jon Moxley, di Cody Rhodes e degli Young Bucks, di Chris Jericho e di leggende come Sting e Christian Cage che nel tempo si sono unite alla causa. Merito però anche di tanti wrestler sconosciuti al pubblico major, atleti che incredibilmente la WWE aveva snobbato in passato ritenendoli non all’altezza dei suoi standard.

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Il popolare sito specializzato WhatCulture ha messo in fila 10 atleti che sono stati ignorati a Stamford e hanno fatto la fortuna della AEW in un articolo davvero molto interessante e che svela il passato di alcuni wrestler che stiamo conoscendo soltanto adesso.

È il caso ad esempio di Wardlow, oggi guardia del corpo di MJF e membro del Pinnacle e un tempo talmente convinto di aver fatto bene in un provino con la WWE da aver venduto la casa e l’auto con la certezza di doversi trasferire in Florida al Performance Center.

“Ero talmente convinto che quando mi arrivò la mail che mi diceva che non ero stato preso ho dovuto accostare su un lato della strada. Perché non potevo crederci.”

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E che dire di Sammy Guevara? Il pupillo di Chris Jericho ha recentemente spinto anche Randy Orton a complimentarsi con lui, ma ha un ricordo pessimo del tryout con la WWE che a suo dire lo trattò malissimo nonostante avesse lottato con i Los Matadores Primo & Epico quello che l’arbitro definì “il miglior dark match di sempre”.

https://twitter.com/sammyguevara/status/1395430158597857280

Gli Young Bucks e quei provini andati male

Una vera e propria sliding door per la WWE è quella rappresentata dal mancato ingaggio degli Young Bucks: Nick & Matt Jackson nel 2008 e nel 2011 sono stati scartati dalla compagnia di Stamford, ma negli anni successivi hanno dimostrato ampiamente di poter guidare il business imponendosi come quello che per molti è il miglior tag team al mondo.

Possiamo soltanto immaginare come sarebbero potute andare le cose, per loro e per la WWE stessa, se i provini avessero dato esito positivo. Al di là delle questioni tecniche su di loro pesò molto il giudizio su un atteggiamento che veniva considerato arrogante e che i due hanno invece spiegato essere dovuto alla timidezza.

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Fanno scalpore anche i nomi di Penelope Ford e Britt Baker: la prima fu una tra i tanti wrestler provenienti dalle indy a tentare un provino alla fine del 2018, dove fu ignorata nonostante l’indiscutibile bell’aspetto e il background da ginnasta che ha successivamente fatto la sua fortuna; la seconda invece avrebbe voluto raggiungere il partner Adam Cole a NXT e ha impressionato, ma è stata comunque fermata a causa dei suoi impegni universitari per laurearsi in odontoiatria e a cui non intendeva rinunciare come richiesto dalla WWE.

Fin da bambino presente agli spettacoli WWE accompagnato dal padre, la celebrità di Hollywood Luke Perry, Jungle Boy sognava un giorno di calcare i ring in cui vedeva i suoi eroi ma per farlo si è rivolto alla AEW. Motivo: a Stamford gli hanno fatto capire che uno della sua taglia (175 centimetri di altezza per 70 chili di peso) non avrebbe mai avuto una possibilità.

MJF e un video diventato virale

E che dire allora di MJF? Uno dei migliori heel in circolazione ha provato a farsi prendere in considerazione dalla WWE spedendo un video a Tough Enough dove si rivolgeva in tono confidenziale a Triple H dicendogli che la domanda non era se lui fosse “duro abbastanza”, ma se The Game fosse “abbastanza furbo da capire di avere il futuro della compagnia davanti ai suoi occhi”.

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Il video è stato caricato sul canale ufficiale della WWE e a oggi ha superato le 330.000 visualizzazioni, diventando un piccolo cult a tema wrestling su ciò che poteva essere e non è stato.

Eddie Kingston avrebbe voluto entrare in WWE e forse avrebbe potuto, ma soltanto come trainer e la cosa non lo ha mai interessato. Powerhouse Hobbs invece aveva impressionato in un dark match contro Baron Corbin, ma dopo due mesi passati in attesa ha ricevuto una mail di rifiuto e poi un’altra, più propositiva, dopo il debutto in AEW come parte del Team Taz. Proposta respinta al mittente in modo neanche troppo cortese.

Un destino simile a quello di Ricky Starks, anche lui parte del team guidato dall’ex leggenda ECW che ha raccontato di aver sempre amato il wrestling e di aver fatto letteralmente di tutto per provare a sfondare in WWE. Senza alcun esito. Subito dopo l’esordio in AEW, però, ecco anche in questo caso la chiamata da Stamford. Arrivata evidentemente troppo tardi.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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