AEW, per Eric Bischoff l’hardcore wrestling è “dannoso per l’industria”
L’Unsanctioned Lights Out match tra Thunder Rosa e Britt Baker. L’Explosive Barbed Wire Match tra Jon Moxley e Kenny Omega. E ancora, il Texas Death match che ha chiuso la Night 2 di Fyter Fest tra Jon Moxley e Lance Archer. Per non parlare del Blood & Guts tra Pinnacle e Inner Circle. Tutti match grandiosi che la AEW ha proposto al pubblico major e che raramente si erano visti a questi livelli.
Match sanguinosi, estremi, certamente non per tutti i palati. Non per quello di Eric Bischoff, che nel suo podcast 83 Weeks si è soffermato su questa particolare tipologia di incontri per esprimere il suo dissenso. Seppur ribadendo di parlare a titolo personale, Easy E ha spiegato che per lui mettere in scena certi spettacoli può addirittura essere dannoso per l’intera industria.
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AEW, Eric Bischoff non è un fan del wrestling hardcore
Naturale pensare allora stasera alla presenza a Fight For The Fallen di Nick Gage, leggenda del wrestling hardcore e secondo avversario nel percorso a cinque tappe che Chris Jericho dovrà compiere per sfidare MJF. Uno specialista di match sanguinolenti che probabilmente alzerà ancora una volta l’asticella dell’estremo in AEW. Una presenza che Bischoff non apprezzerà.
“Non penso che questo genere di cose funzioni. Non mi interessa quello stile, anche perché penso che sia un male per l’industria. Perché piace a una piccola parte di pubblico e viene evitata da una più ampia. L’altra sera abbiamo visto Moxley e quel tizio, comunque si chiami: si stavano scavando il viso con una forchetta.”
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Niente di particolarmente innovativo per Bischoff, ma un inno alla violenza fine a se stesso.
“Bello, ok, quello che ti pare. Per quanto mi riguarda non vedrò mai quelle cose lì. Non è divertente e non c’è niente di magico. Nessuna creatività, è solo sangue per chi ama il sangue. Certo sono gusti, ma anche se mi metto nei panni di uno spettatore non c’è niente che mi faccia chiedere come hanno fatto, che mi dia davvero un emozione. Che sia creativo.”
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Nick Gage è un personaggio altamente controverso: suo fratello Justice Pain è morto suicida l’anno scorso, lui è stato in galera per cinque anni dopo aver compiuto una rapina. Nonostante tutto è diventato un idolo delle indy e del mondo hardcore, e merita uno spazio in AEW. Ma la sua storia, raccontata nei documentari “Dark Side of the Ring”, per Bischoff rischia di non essere vista sotto la giusta luce.
“Penso che quella storia dia una cattiva reputazione all’intera industria. Il pubblico del wrestling, il mondo della pubblicità e delle televisioni, chi vede quel genere di cose rischia di avere una percezione sbagliata di cosa sia il wrestling. E a lungo tempo questa diventa dannosa.”
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