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Diego Armando Maradona è noto in tutto il mondo come il Pibe de Oro, il calciatore più forte di tutti i tempi. È stato però anche lui un semplice bambino, cresciuto in povertà alle porte di Buenos Aires. Scopriamo la storia che ha preceduto il mito.

Tante le storie riguardanti il piccolo Diego, prima che tutto il mondo conoscesse il cognome Maradona, associandolo alle tante magie viste sul terreno di gioco. Proviamo a rispondere ad alcune domande sul passato del dio del calcio.

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Dove viveva Maradona da piccolo?

Nel 1955 la madre di Diego prese un treno molto affollato per trasferirsi da un paesino di nome Esquina alla poverissima provincia di Corrientes, a 700 km da Buenos Aires. Lei e suo marito, giovani sposi con due bambine al seguito, cercavano fortuna nella capitale. Il sogno, tenuto stretto, li condusse infine Villa Fiorito, dopo tanti sacrifici. Fu la prima casa trovata a fatica in affitto. Dopo le dure esperienze queste sembrava quasi una reggia.

Don Diego Maradona l’acquistò faticosamente, con i risparmi del duro lavoro di scaricatore di porto, operaio presso le ferrovie e lo stabilimento Tritumol. Alle 7.05 del 30 ottobre 1960 nacque il quinto figlio della coppia. Un altro maschio per Donna Tota (Dalma). L’unico maschietto di quella domenica, tra tante femmine, ricorda la madre.

Cresce per strada il piccolo Diego, facendosi le ossa in un ambiente difficile. Suo padre provo tutto il possibile per far studiare i suoi figli. Ad aiutarli è soprattutto il miracolo del posto fisso di Don Diego, che scongiurava la fame nera. Una povertà privilegiata, in un certo modo.

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diego maradona piccolo

Dove giocava Maradona da piccolo?

Il primo pallone che Diego Maradona abbia mai avuto gli venne regalato da suo zio. Al tempo aveva due anni e lui lo portava con sé ovunque, anche a letto, tenendolo stretto per tutta la notte. Diventa tifoso del Boca, come suo padre, e va con lui alla Bombonera, per poi tornare sul campetto mal ridotto di Estrella Roja. Sogna come tutti di diventare campione: “Quiero ser campeon del mundo, con Argentina”.

Il 5 dicembre 1970 era diventato una “cipollina”, ovvero uno dei ragazzini delle Cebollitas, squadra giovanissimi dell’Argentinos Juniors di Buenos Aires. È qui che la leggenda ha inizio. Francisco Cornejo provava sempre i giovani di strada su un campo malconcio. Aveva piovuto e il fango rendeva quasi impossibile giocare. Il nuovo arrivato è più piccolo degli altri. Il mister dice loro di aspettare perché c’è davvero troppo fango ma i ragazzi iniziano a palleggiare in un angolo. È qui che la scintilla del genio di Diego si mostra immediatamente. Cornejo non attende altro e propone al padre di firmare il contratto.

Il giorno dopo Dieguito è già sul furgoncino guidato da Yoyo Trotta. Se ne va in giro per la provincia con le altre cipolline. In tre anni hanno vinto 100-150 partite, senza mai perdere. Nel 1973 battono incredibilmente la Banda Roja del River Plate, il club più ricco della capitale.

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Chi ha portato Maradona in Italia?

L’arrivo a Napoli segna la storia di Diego, del club azzurro e del calcio mondiale. La scelta di optare per un club povero e non per Milano o Torino, ovvero Milan, Inter e Juventus, fa tutta la differenza del caso. Uno scugnizzo acquisito che si ritrova a casa, a lottare contro il potere. Si lascia Barcellona alle spalle e il 4 luglio 1984 vede il golfo di Napoli per la prima volta.

Firma un contratto per un miliardo e mezzo d’ingaggio annuo, due miliardi come percentuale sul trasferimento e il 25% degli incassi, con premi raddoppiati. La realtà della piazza e del suo folle amore istantaneo lo travolte il 5 luglio, a mezzogiorno. Il San Paolo grida e balla per lui, così come l’intera città.

Ferlaino mette a segno un colpo storico e lo fa grazie all’aiuto involontario di una guardia giurata. Il termine ultimo per depositare un nuovo contratto in lega scade alle ore 20 del 30 giugno 1984. Maradona ha firmato? La busta che il presidente del Napoli consegna è vuota. Un bluff clamoroso: “Corsi in Lega e depositai una busta vuota, poi mi precipitai subito a Barcellona, chiusi il contratto e ritornai a Milano. Era una domenica notte, c’era soltanto una guardia giurata. All’ingresso gli dissi che avevo sbagliato una procedura, salimmo negli uffici di nascosto e sostituii la busta”.

Un’avventura straordinaria, che vide un Ferlaino stremato fermarsi al bar per bere un whisky: “Il barman mi disse ‘Lei è italiano? Abbiamo appena fatto un colpo vendendo Maradona, un calciatore grasso, che non corre e gioca più. Abbiamo fregato il Napoli”.

Cosa ha vinto Maradona?

Ecco il ricco parlmares di Diego Armando Maradona. Tutto ciò che ha vinto con l’Argentina, il Boca, il Barcellona e il Napoli:

  • Boca Juniors: campionato argentino
  • Barcellona: Coppa di Spagna, Coppa di Liga, Supercoppa di Spagna
  • Napoli: 2 scudetti, Coppa Italia, Supercoppa italiana, Coppa UEFA
  • Argentina: Mondiale U-20, Mondiale, Coppa Artemio Franchi

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Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno