Rita Levi Montalcini: chi era e perché è considerata un esempio di emancipazione femminile

Luca Incoronato
24/04/2022

Rita Levi Montalcini: chi era e perché è considerata un esempio di emancipazione femminile

Avete sentito il suo nome tantissime volte ma sapete chi era Rita Levi Montalcini? Un esempio di emancipazione femminile da ricordare.

Non possiamo essere costantemente protesi al futuro se ciò vuol dire dimenticare il passato. Occorre ravvivare la memoria comune e ricordare personaggi illustri come Rita Levi Montalcini. È importante che non diventino soltanto un nome al quale le nuove generazioni non riescano più a legare alcun elemento concreto.

LEGGI ANCHE – Rita Levi Montalcini: cosa ha scoperto il premio Nobel?

Chi era Rita Levi Montalcini

Nata a Torino il 22 aprile 1909 da famiglia ebrea sefardita, Rita Levi Montalcini era figlia dell’ingegnere Adamo Levi e della pittrice Adele Montalcini. Aveva una gemella, Paola, nota pittrice come la madre, deceduta nel 2000. Per quanto i genitori fossero colti e propensi a incoraggiare i propri figli verso lo studio e la ricerca, lo stampo dell’educazione ricevuta era di tipo vittoriano.

Il padre riteneva vi fossero dei ruoli da rispettare per le donne, in quanto mogli e madri in futuro. Per questo una carriera professionale non era vista di buon occhio. Nonostante il parere contrario del genitore, però, nel 1930 Rita Levi Montalcini si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Torino. Si laureò nel 1936 con il massimo dei voti, specializzandosi poi in neurologia e psichiatria.

Fu costretta a emigrare in Belgio con il suo maestro, Giuseppe Levi, a causa dell’emanazione delle leggi razziali del 1938. Fu ospite dell’Istituto di Neurologia dell’Università di Bruxelles. Poté così continuare gli studi sul differenziamento del sistema nervoso. Fece ritorno a Torino nel 1940, allestendo un laboratorio domestico in camera da letto. La sua ricerca era la sua vita.

La guerra ha però cambiato tutto. L’intera famiglia dovette cimentarsi in un pericoloso viaggio che si concluse a Firenze, dove la Montalcini riuscì a scampare alle deportazioni, fino a quando nel 1944 entrò come medico nelle forze alleate. Terminato il conflitto, tornò ancora a Torino, nuovamente impegnata in un laboratorio casalingo.

Nel 1947 accettò un incarico alla Washington University, lavorando a New York e Rio de Janeiro negli anni seguenti. È rimasta oltre oceano per 30 anni, fino al 1977, realizzando gli esperimenti che le consentirono all’inizio degli anni ’50 di scoprire il fattore di crescita nervoso, una proteina di fondamentale importanza nel nostro organismo. È ciò che le consentì di vincere il Nobel per la medicina nel 1986.

Rita Levi Montalcini: carriera in Italia

Nonostante gran parte della sua carriera si sia svolta negli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini fu assiduamente impegnata anche in Italia. Ha fondato un gruppo di ricerche e diretti per 8 anni il Centro di Ricerche di neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità.

È stata direttrice del Laboratorio di Biologia del CNR e lavorato presso il loro Istituto di Neurobiologia. Nel 1992 fondò la Fondazione Rita Levi Montalcini, rivolta alla formazione dei giovani e al conferimento di borse di studio per le studentesse africane.

Siamo su Google News: tutte le news sullo spettacolo CLICCA QUI

Copyright Image: ABContents