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Stranger Things 4 ha portato Running Up That Hill di Kate Bush al primo posto di iTunes. La “canzone di Max” batte Lady Gaga e Harry Styles.

La colonna sonora di Stranger Thigns 4 è particolarmente apprezzata. Un viaggio nel passato in ogni stagione ma in questa quarta una ha colpito in maniera diretta il cuore dei fan. Il merito è dato dal fatto che il brano ha un ruolo cruciale nella storia di Max, al centro di una scena indimenticabile.

Running Up That Hill storia

Running Up That Hill non è di certo una hit dell’ultimo anno, ma promette d’essere una protagonista di questi mesi e forse anche dell’estate 2022. Non è da escludere l’ipotesi di qualche remix per far ballare i ragazzi fan di Stranger Things e non solo. La serie Netflix ha un impatto enorme, come dimostrato nel corso degli anni, ma riuscire a riportare un brano al primo posto delle classifiche dopo 37 anni dalla sua uscita è un colpo da maestro.

Chi ama Running Up That Hill di Kate Bush la sta riascoltando con piacere. Chi non conosce brano e artista sta invece scoprendo un mondo. Al gruppo si aggiungono poi quelli che avevano sempre ascoltato alcune cover della canzone, come quella splendida dei Placebo, e per la prima volta si stanno approcciando alla versione originale.

Del significato di Running Up That Hill abbiamo parlato in un articolo apposito. Qui ci concentriamo sulla storia della canzone. Il singolo è stato pubblicato il 5 agosto 1985, primo estratto del quinto album di Kate Bush, Hounds of Love, probabilmente il suo più famoso dei suoi 9 pubblicati in studio nel corso degli anni. Secondo NME, ovvero New Musical Express, si tratta della terza miglior canzone del 1985.

Running Up That Hill vero titolo

È la canzone che cambia la carriera della cantante per sempre. Celebre nel Regno Unito, non è diventata famosissima negli USA se non dopo l’uscita di Running Up That Hill, che ha conquistato le classifiche. L’autrice ha spiegato come inizialmente ci furono difficoltà nel far accettare il brano da molte radio: “Provavo a far capire che uomini e donne non possono comprendersi vicendevolmente fino in fondo. Siamo diversi e se solo potessimo scambiarci i ruoli, capiremmo e saremmo entrambi davvero sorpresi. Ho pensato nel brano a un patto col diavolo, ma poi mi sono detta perché non con Dio. È più potente l’idea di chiedere un accordo proprio a lui. Per me la canzone si intitola ancora ‘Deal With God’. Ci hanno però detto che con quel nome non sarebbe andata in onda nei Paesi più religiosi. L’Italia non l’avrebbe mandata, così come Francia, Australia e Urlanda. È sempre qualcosa di cui mi sono pentita”.

Giornalista pubblicista, orgoglioso classe '89. Mai avuto alternative alla scrittura, dalle poesie d'amore su commissione in terza elementare al copywriting. Appassionato di cinema e serie TV, pare io sia riuscito a farne un lavoro