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La canzone della vita è un film drammatico e musicale del 2015 diretto da Dan Fogelman, con Al Pacino protagonista. Ecco la vera storia che lo ha ispirato.

Danny Collins è una rockstar, anche se ormai i suoi anni d’oro sono alle spalle: eterno ragazzo, nonostante ora abbia più di sessant’anni, non vuole rinunciare alla sua vita sfrenata, ma allo stesso tempo non è più soddisfatto della sua carriera, ormai un lento riproporsi di vecchi pezzi per un pubblico poco esigente. Fino a che il suo manager non gli consegna una lettera che John Lennon gli aveva scritto 40 anni prima, ma che non gli era mai stata recapitata: la vita di Danny è destinata a cambiare.

Una prova d’attore di razza, quella di Al Pacino, che dà forma al suo Danny Collins in La canzone della vita, film del 2015 diretto da Dan Fogelman (già sceneggiatore di molti successi del cinema d’animazione e poi della serie This is us), nel cui cast fanno parte anche Jennifer Garner, Bobby Cannavale, Annette Bening e Christopher Plummer.

Ma qual è la vera storia che ha ispirato il film? Continuate a leggere per scoprirla.

La canzone della vita: la vera storia di Danny Collins

La sceneggiatura di La canzone della vita (Danny Collins, in originale) è opera di Dan Fogelman, che è anche regista della pellicola, e si ispira a fatti realmente accaduti, anche se logicamente romanzati per dovere di narrazione.

Il protagonista della vicenda reale non si chiama Danny Collins, ma Steve Tilston: è un cantautore e chitarrista folk britannico oggi 72enne con 18 album da solista all’attivo, più altri realizzati in collaborazione con altre band e artisti. In realtà, la sua figura è molto lontana dalla frenetica rockstar interpretata da Al Pacino: Tilston non ebbe mai particolare successo negli anni Settanta, anche se è andato avanti a suonare e incidere album per tutta la sua vita.

La sua fama si deve proprio alla storia che ha ispirato La canzone della vita: nel 2010, il cantante inglese ha ritrovato per caso una lettera speditagli da John Lennon nel 1971, quando Tilston aveva appena 21 anni e, in un’intervista pubblicata sul magazine ZigZag, rivelava di temere che fama e soldi – in quegli anni in cui era una star emergente – potessero influezare negativamente la sua capacità di scrivere canzoni. Lennon gli scrisse che “essere ricchi non fa cambiare le tue esperienze o il modo in cui pensi. Non farti angosciare dai soldi, dal cibo, ma focalizzati su tutte le altre esperienze: dalle emozioni alle relazioni, e così via”.

Come detto, Steve Tilston non divenne mai una superstar, ma continuò a fare musica per tutta la sua vita, ottenendo sempre un discretto anche se limitato successo. Quando, nel 2010, rinvenì la lettera di Lennon mai recapitatagli, il suo nome iniziò a circolare anche fuori dal Regno Unito, divenendo appunto fonte d’ispirazione per il film La canzone della vita. Da allora, Tilston ha comunque continuato a scrivere canzoni: il suo ultimo album di studio, Such Times, è uscito nel 2021.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno