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Bradley Cooper e Lady Gaga si sono trovati. In stato di grazia sanno restituire un senso del dolore così reale da far dimenticare la sceneggiatura

A Star is Born rinasce e l’operazione è tanto intelligente quanto riuscita. Bradley Cooper è ovunque, dietro la macchina da presa, in co-lavorazione in fase di sceneggiatura e dinanzi all’obiettivo. Si è cimentato in un film che spinge i protagonisti a mettersi a nudo, a superare il limite, provocandosi e ferendosi. Al suo fianco Lady Gaga, o per meglio dire Stefani Germanotta. Allontanate tutte le costruzioni di scena, infatti, la stella torna se stessa, in uno stile acqua e sapone che fa impazzire i fan. È la sua prima grande chance da attrice e non la spreca, affatto. Non la prima in assoluto, sia chiaro, date le apparizioni in Men in Black 3, Machete Kills, Muppets 2 e Sin City. Certo, non tutte le ciambelle riescono col buco, e infatti tre anni dopo eccola in House of Gucci. È però pronta a rifarsi con Joker: Folie a Deux, che promette faville. Ma questa è un’altra storia. Come detto, i due si cercano, si respirano e comprendono, al punto da vendere al mondo intero una relazione extraconiugale di lui. Non sono calati nei personaggi, sono proprio loro, al punto che quando devono detestarsi, lo fanno per davvero. Bradley Cooper ha ammesso che nella famosa scena della vasca voleva qualcosa in più. Aveva bisogno di ferirla, improvvisando, colpendola nel vivo. Voleva una reazione da persona e non da personaggio. Che dire, l’ha ottenuta e per tutto il film. Una pellicola vera, che sa parlare con delle modifiche di script ai Millennial e non solo. Il tutto arricchito da una colonna sonora davvero eccellente. È un film perfetto? No, di certo. È però un film che si regge su basi solide, sa emozionare senza essere ridicolo e patetico. Abbraccia la sofferenza in tutte le sue sfumature e soprattutto ha il pregio d’essere trascinato da due interpreti premiati da un’alchimia unica.

A Star is Born trama

Jackson Maine è un celebre cantante rock country, che cela dietro il successo delle proprie esibizioni una dipendenza da alcool e droghe. Ha al suo fianco Bobby, manager, fratellastro maggiore e fonte d’ispirazione. È la figura paterna che gli manca, ma non può nulla contro i suoi demoni. Il caso vuole che, alla ricerca dell’ennesimo drink di serata, visiti un bar dove si esibisce Ally, cameriera con il sogno di diventare cantante. Ha la voce giusta e scrive i propri testi. Per il mondo della musica, però, è manchevole nell’aspetto. Jack resta ammaliato dalle doti e affascinato da lei. I due si riconoscono quasi immediatamente. Anime in pena, per motivi differenti, che alleviano leggermente l’uno i dolori dell’altra. Lui la forza verso quel mondo, spingendola a superare i propri timori. La rassicura con la sua presenza e, al tempo stesso, ottiene da lei una cura e una gentilezza che gli erano sconosciuti. Ha così inizio un percorso artistico e sentimentale travagliato, che raggiungerà picchi altissimi e bassi profondissimi.

A Star is Born recensione

Si sbaglia a pensare che sia l’amore l’elemento trascinante di A Star is Born. Lei lo ama e gli è al fianco. Lui la ama e la incoraggia e aiuta a brillare, facendole inizialmente da scudo, per poi tentare di cambiare per lei. Non intende più farle del male e così individua una strada estrema. Ciò che domina questa pellicola è invece il dolore, assoluto e radicato. Di quelli che si annidano dentro così a lungo da non riconoscerli fino a quando non ci rendiamo conto d’esserne divorati. È troppo tardi, perché quel sentimento è parte di noi. Non siamo più in grado di riconoscere la linea di demarcazione. Per questo in un attimo si passa dal promettere un cambiamento e agire per ottenerlo, al fare l’esatto opposto, autodistruggendosi. Dall’altra parte c’è il dolore di una vita di sacrifici, il dolore di un amore promesso e strappato via, di una vita crudele che per l’ennesima volta, seppur tra mille lustrini e banconote, sbeffeggia e trafigge dritta al cuore. Il dolore di un amore che non si vuole rinnegare ma che si vorrebbe diverso, che si ha la necessità sia diverso, perché conduce alla morte. Il dolore di un’esistenza mai giusta. Sono così tante le sfumature da rendere impossibile per lo spettatore non individuarne una che possa riflettere la sua esperienza. Un film da sala cinematografica, da non interrompere per una visione in più puntate. Una pellicola da vivere d’un fiato, perché deve bruciare sulla pelle e sotto di essa. Deve colpire nei punti vivi, quelli che fanno gridare. Cullati da note dolci, si precipita nell’abisso, che per molti è ben noto, perché lo si intravede allo specchio o lo si vede riflesso nello sguardo di chi si ama. Un classico moderno, che evidenzia perfettamente il motivo per il quale l’uomo continua a proporre sempre le stesse storie, seppur in vesti differenti. Perché il mondo cambia, le generazioni si susseguono e tutte hanno il diritto di ricevere regali e lezioni di questo genere, adattate al proprio tempo.   

Luca Incoronato

Giornalista pubblicista, orgoglioso classe '89. Mai avuto alternative alla scrittura, dalle poesie d'amore su commissione in terza elementare al copywriting. Appassionato di cinema e serie TV, pare io sia riuscito a farne un lavoro