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La zona d’interesse è un film del 2023 diretto da Jonathan Glazer, tratto dalla vera storia di Rudolf Höss, un discusso criminale di guerra nazista.

Da pochi giorni nelle sale in Italia, La zona d’interesse è uno dei film che sta raccogliendo i maggiori consensi di pubblico e critica negli ultimi tempi. Candidato a ben cinque premi Oscar (tra cui miglior film e miglior regia) e già vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria all’ultimo Festival di Cannes, è diretto dal britannico Jonathan Glazer, noto soprattutto per il film del 2013 Under the Skin, con Scarlett Johansson.

Glazer ha firmato anche da solo la sceneggiatura del film, che però è basata su un romanzo con lo stesso titolo, pubblicato nel 2014 e scritto dal noto autore britannico Martin Amis, conosciuto per libri come Money e London Fields, entrambi trasposti rispettivamente in tv e al cinema. La storia ruota attorno a Rudolf Höss (interpretato da Christian Friedel), ufficiale nazista al comando del campo di concentramento di Auschwitz, che trascorre pacificamente la propria vita assieme alla moglie Hedwig e ai loro cinque figli all’interno della Interessengebiet (la “zona d’interesse” del titolo) attorno al campo, disinteressandosi totalmente di ciò che avviene accanto a sé.

La vicenda narrata nel film La zona d’interesse è drammaticamente vera. Rudolf Höss e gli altri personaggi che gli gravitano attorno sono esistiti realmente: l’ufficiale viveva con la propria famiglia in una tranquilla villetta proprio accanto al campo di Auschwitz, uno dei più efferati luoghi di tortura e sterminio della storia umana recente. Era a capo del campo di concentramento, e sotto la sua direzione furono uccise più di un milione di persone.

Rudolf Höss chi era

La villetta degli Höss era molto lussuosa e la famiglia aveva un ricco e sfarzoso tenore di vita, disinteressandosi del tutto di ciò che avveniva proprio lì vicino. L’ufficiale ha sostenuto, dopo la guerra, che sua moglie non sapesse nulla di quel che avveniva ad Auschwitz, ma in realtà questa affermazione è sempre stata ritenuta poco attendibile dagli storici. Höss era notoriamente antisemita, e così pure sua moglie: era un nazista della prima ora, essendo entrato nel Partito già nel 1922, e fu lui a pianificare nel dettaglio la costruzione del campo di Auschwitz, compresa l’implementazione delle camere a gas. Il piano che portò all’uccisione di 430.000 ebrei ungheresi nel giro di circa due mesi, nel 1944, fu chiamato proprio “operazione Höss”.

Dopo la guerra, lui e la sua famiglia si rifugiarono vicino ad Amburgo sotto falso nome, ma vennero scoperti e arrestati dai servizi segreti britannici nel 1946. Dopo aver inizialmente negato di essere un ufficiale nazista Rudolf Höss ammise i crimini commessi ad Auschwitz nel corso del processo di Norimberga. Estradato in Polonia, venne infine condannato a morte e impiccato proprio nel campo di concentramento che aveva amministrato, nel 1947. Nella sua autobiografia, si descrisse solamente come “un ingranaggio nella grande macchina di sterminio del Terzo Reich”.

Valerio Rossari

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.