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Il ritratto del Duca è un film del 2020 diretto da Roger Mitchell, che ruota attorno al clamoroso furto di un quadro. Che fine ha fatto Kempton Bunton, il protagonista della vicenda?

In bilico tra dramma e commedia, Il ritratto del Duca nasconde una storia vera incredibile, come solo le storie vere riescono a essere. Il film è stato realizzato nel 2020 nel Regno Unito dal regista Roger Mitchell (già autore di un film di culto come Notting Hill, nel 1999) e vede come protagonisti noti attori britannici come Jim Broadbent ed Helen Mirren, che interpretano la coppia di anziani protagonisti. La vicenda ricalca quella di Kempton Bunton, un uomo di 57 anni, ex autista di autobus inglese disabile e con una vita abbastanza solitaria. Nel 1961, questo innocuo, per quanto eccentrico, personaggio divenne l’autore del primo e finora unico caso di furto nella storia della normalmente sorvegliatissima e sicurissima National Gallery di Londra. Bunton era riuscito a rubare un quadro del celebre pittore spagnolo settecentesco Goya, Il ritratto del Duca di Wellington, comunemente noto come Il Duca (The Duke è infatti il titolo originale del film). Anche il processo che ne seguì fu abbastanza sorprendente, dato che Bunton, difeso dall’avvocato Jeremy Hutchinson, riuscì a farsi assolvere dall’accusa di furto del quadro, venendo condannato solamente per il furto del cornice. Un totale di appena tre mesi di prigione. Dopo il suo rilascio, di Kempton Bunton non si seppe più nulla: morì all’età di 72 anni, nel 1976, a Newcastle-upon-Tyne, la sua città natale. La sua morte non venne nemmeno riportata dalla stampa, e passò generalmente sotto silenzio.

La storia del dipinto Duca di Wellington

il ritratto del duca Jim Broadbent
Jim Broadbent interpreta Kenton Bumpton in Il ritratto del duca

Il furto fu ovviamente assurdo e fortuito, dovuto a una serie di clamorose coincidenze favorevoli, ma per cinque anni la stampa britannica si scervellò nelle ipotesi più improbabili sull’identità dell’abilissimo ladro. Fino a che Bunton non fece ritrovare il quadro e poi confessò il furto, lasciando tutti di stucco. L’uomo spiegò che aveva rubato Il ritratto del Duca di Wellington perché stava cercando attenzione, e che non era mai stata sua intenzione tenere il quadro. La vicenda divenne davvero una storia di culto, prima ancora della restituzione dell’opera. Basti pensare che nel film Agente 007 – Licenza di uccidere, la prima pellicola della saga di James Bond, il Ritratto del Duca di Wellington (cioè, una copia creata per il film) compare tra gli oggetti posseduti dal cattivo di turno, il Dottor No. La storia del furto del quadro, però, potrebbe in realtà essere meno romantica di quanto non si pensi. Nel 2012, i National Archives hanno reso pubblico un documento del 1969 in cui il figlio di Kempton Bunton, John, confessava il furto dell’opera per conto del genitore. Il padre intendeva usare il furto per la sua bizzarra campagna contro l’abolizione del canone tv per i pensionati, ma quando poi il caso s’ingigantì il piano cambiò. Kempton Bunton avrebbe detto al figlio di non fare parola con nessuno della verità sul furto, prendendosi tutte le colpe. Quando John confessò questa storia nel 1969, le autorità britanniche decisero che non valeva la pena riaprire un caso ormai chiuso e dimenticato.

Valerio Rossari

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.