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Il fabbricante di lacrime è un film italiano uscito da poco su Netflix e tratto da un fenomeno letterario, ma per molti è un film cringe. Spieghiamo perché.

È uscito da poco ma sta già facendo discutere, e non proprio per ragioni positive. Stiamo parlando de Il fabbricante di lacrime, nuovo film italiano disponibile su Netflix, girato da Alessandro Genovesi (7 donne e un mistero) e tratto dal caso letterario scritto da Erin Doom (il nome in realtà è uno pseudonimo: l’autrice è italianissima) e pubblicato nel 2021 da Salani. Il genere del romanzo è quello della storia sentimentale per adolescenti, un genere da sempre molto popolare tra i giovanissimi, ma allo stesso tempo spesso criticato per nascondere in realtà trame abbastanza banali. Il suo indiscutibile successo letterario a spinto Netflix a produrre un film tratto dall’opera, ma le recensioni sono tutte molto negative. Sul sito specializzato Imdb, il voto medio degli utenti è 5,3 su 10, mentre su Rotten Tomatoes il pubblico è arrivato fino al 58% di voti favorevoli, ma con un pesante 0% tra i voti della critica (anche se al momento ci sono solo 5 recensioni). L’accusa più comune che sta circolando sui social è che Il fabbricante di lacrime sia un film “cringe”, cioè qualcosa che suscita imbarazzo nell’osservatore ma anche un certo disagio. Lorenza Negri su Wired lo ha definito “per lo più ridicolo“, a causa di dialoghi piuttosto assurdi e di due protagonisti (Caterina Ferioli e il rapper Biondo, al secolo Simone Baldasseroni) “inqualificabili”, costretti anche all’impressa impossibile, secondo la critica, di dare un senso al pessimo materiale di partenza.

Le critiche a Il Fabbricante di lacrime

Ma Il fabbricante di lacrime non è piaciuto non solo a un pubblico un po’ più adulto e malizioso, bensì pure ai fan del romanzo. Il sito Cinematographe riporta i pareri di alcune studentesse liceali che hanno visto il nuovo film su Netflix e che sono state avide lettrici del libro di Erin Doom: contestano soprattutto gli attori, che fisicamente rispecchiano bene i protagonisti ma non sono altrettanto adatti a rendere adeguatamente le loro emozioni nel corso della storia. Altre critiche sono arrivate anche rispetto ad alcuni cambiamenti che gli sceneggiatori (Eleonora Fiorini e lo stesso regista Alessandro Genovesi) hanno apportato alla trama del libro, che secondo molte giovani lettrici stravolgono molti aspetti del romanzo, pur mantenendone lo spirito di fondo. Anche su TikTok sono tanti i video che cercano di spiegare, attraverso alcune scene del film, come Il Fabbricante di Lacrime sia cringe, in particolare a causa dei dialoghi. Insomma, il nuovo film italiano di Netflix non sta piacendo a chi lo vede, ma dopo pochi giorni dall’uscita è già tra le opere più viste in Italia sulla nota piattaforma di streaming. E chissà che, con l’aumento del pubblico, anche le recensioni sui siti principali non inizino un pochino a migliorare.

Valerio Rossari

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.