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La stranezza è un film del 2022 diretto da Roberto Andò, con Ficarra e Picone protagonisti accanto a Toni Servillo, in una storia brillante che coinvolge addirittura Pirandello

I film di Ficarra e Picone sono ormai da tempo dei grandi successi di pubblico e anche di critica. Il due comico siciliano riesce sempre a divertire in maniera convincente, ma anche a mettere in scena storie originali e accattivanti, capaci di riflettere anche su tematiche attuali e per nulla scontate. La stranezza è un film che si inserisce in questo filone, anche se Ficarra e Picone solo qui solamente nella veste di attori, mentre regia e scenegguatura sono di Roberto Andò, autore di film molto apprezzati come Il manoscritto del principe e Viva la libertà. Ai David di Donatello, La stranezza si è aggiudicato ben quattro premi, compreso quello per la miglior sceneggiatura originale.

Nella Sicilia degli anni Venti, il grande scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello (interpretato da Toni Servillo) ritorno nel suo paese natale, Girgenti, per il compleanno dell’amico Giovanni Verga. Pirandello è in crisi di creatività, ma la conoscenza con due becchini e attori teatrali dilettanti, Nofrio e Bastiano (Ficarra e Picone), lo porterà a trovare l’ispirazione per una nuova opera, che sarà poi il suo Sei personaggi in cerca d’autore.

La stranezza e il finale enigmatico spiegato

Si tratta di un’opera che verrà messa in scena per la prima volta nel 1921, come si vede nel film, con Nofrio e Bastiano invitati da Pirandello alla prima dello spettacolo. Un evento che causò anche nella verità molte proteste e polemiche, dato lo stile innovativo e anticonvenzionale di Sei personaggi in cerca d’autore. Nel parapiglia finale, il grande drammaturgo siciliano è costretto alla fuga alla figlia, ma prima domanda all’assistente di scena se alla fine i biglietti per i suoi due amici erano stati ritirati. L’uomo risponde a Pirandello che non aveva ricevuto disposizione di invitarli. Eppure, nell’epilogo scopriamo che Nofrio e Bastiano sono rimasti all’interno del teatro, ormai buio e vuoto. I due concordano sul fatto che ciò che dovevano fare lo hanno fatto.

Un finale enigmatico, che lascia sottilmente intendere che probabilmente i due personaggi interpretati da Ficarra e Picone non fossero reali, ma solo un parto della mente di Pirandello. Due ispiratori, utili a fare uscire il grande autore da un periodo di crisi, permettendogli di completare un’opera rivoluzionaria. Infatti, nonostante il debutto contestato, Sei personaggi in cerca d’autore si rivelerà poi un grande successo, e nel 1934 Pirandello verrà premiato con il Nobel per la letteratura.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.