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CAMPIONI DEL MONDO RETROCESSI / Alla fine è tutta una questione di tempo. La carriera di un calciatore, così come la vita di ognuno di noi, è scandita dall’impietoso e inesorabile incedere del tempo, lo stesso con cui tutti siamo costretti a fare i conti (scoprendoci quasi sempre perdenti). Francesco Totti l’ha definito “maledetto” nel giorno della sua recita, ammettendo a sé stesso di essere arrivato al capolinea di una carriera meravigliosa (“Oggi il tempo è venuto a bussarmi sulla spalla dicendomi che dobbiamo crescere”). Il 9 luglio 2006, assieme all’ex bandiera giallorossa, a festeggiare sul prato dell’Olympiastadion di Berlino il titolo mondiale appena conquistato c’erano anche Alberto Gilardino, Andrea Zaccardo e Marco Amelia, giovani riserve del gruppo capace di scrivere la storia. Undici anni dopo, ad accomunarli, è rimasto soltanto un triste primato: essere retrocessi con i rispettivi club al termine di una stagione da dimenticare in fretta, macchia indelebile all’interno di una carriera da campioni del mondo.

PALERMO, EMPOLI, PESCARA: LA STAGIONE FALLIMENTARE DEL GILA

Voglia, spirito, passione. Cosa spinge un professionista ormai avanti con gli anni a non mollare? L’avanzare dell’età viaggia di pari passo al desiderio di misurarsi con nuove sfide, contemplando la possibilità di un fallimento in grado di mettere a rischio una carriera di successo. Alberto Gilardino, nono marcatore nella storia della serie A con 188 reti, aveva scelto l’Empoli per avvicinarsi alla famiglia e continuare a inseguire il traguardo dei 200 gol nel massimo campionato. Dopo aver contributo lo scorso anno alla salvezza del Palermo con 10 reti, la nuova avventura con il club toscano sembrava destinata a regalargli la necessaria serenità mentale per chiudere il cerchio, e invece si è trasformata in un lungo calvario, preludio dell’ennesimo cambio di maglia (il tredicesimo in diciotto anni). Palermo, Empoli, Pescara. L’ironia dei social non perdona il Gila, per molti capace di contribuire alla retrocessione di tutte tre le squadre per cui è stato tesserato nell’arco di questa stagione. Una forzatura mediatica evidentemente, considerando che la decisione di lasciare la Sicilia era maturata ben prima della firma del suo nuovo contratto con il club toscano, risalente al luglio 2016. Tra incomprensioni, inaspettate difficoltà e infortuni, il campionato dell’ex bomber di Milan e Fiorentina si è trascinato stancamente, quanto bastava per farne il capro espiatorio di una serie di situazioni che hanno portato alla contemporanea discesa in B delle squadre che avrebbero dovuto giovare dei suoi gol pesanti. 16 presenze con l’Empoli, appena 3 con il Pescara, per la prima volta dai tempi dell’esordio con il Piacenza, Gilardino è rimasto a secco (se si esclude l’inutile gol segnato al Cesena in Coppa Italia). A quasi 35 anni è facile immaginare per lui l’ipotesi di un ritiro, anche se la voglia di riscatto verso la sorte avversa e i tanti suoi detrattori, potrebbe regalarci ancora qualche emozione. Non è affatto da escludere la possibilità di rivederlo ai blocchi di partenza già il prossimo agosto.

ZACCARDO E AMELIA, DUE CAMPIONI DEL MONDO A VICENZA

Troppo forte il richiamo del campo anche per Zaccardo e Amelia, addirittura retrocessi in Lega Pro con il Vicenza a vent’anni di distanza dalla storica conquista della Coppa Italia nella doppia finale con il Napoli. Campione del Mondo nel 2006, campione di Germania nel 2009 nel Wolfsburg assieme ad Andrea Barzagli, Zaccardo è stato tra i punti fermi del Vicenza, terzultimo in classifica al termine di una stagione a dir poco travagliata con ben 3 avvicendamenti in panchina. Lerda, Bisoli e Torrente, non sono riusciti a evitare l’amara retrocessione, conseguenza diretta delle ultime quattro sconfitte consecutive e di un rendimento ben al di sotto della attese (con 33 reti realizzate, i biancorossi hanno fatto meglio solo del Pisa di Gattuso). Numeri inequivocabili che nemmeno la presenza di due campioni del mondo in rosa, al pari del Real Madrid con Ramos e Kroos, sono riusciti a sovvertire. Calciatore part-time, presidente onorario, dirigente, Amelia ci ha abituato alle sorprese negli ultimi anni, scegliendo di rimettersi in gioco proprio nelle fila del Vicenza lo scorso febbraio. Quattro partite consecutive per sopperire all’infortunio del titolare Vigorito non sono bastate per conquistarsi il posto in squadra, né ad essere uno stimolo per i compagni, nell’ottica di quello che il suo ingaggio avrebbe dovuto rappresentare nelle intenzioni del club. L’annus horribilis di tre dei sette campioni del mondo 2006 ancora in attività, potrebbe certamente voler significare che il tempo che passa e non è eterno, senza dimenticare che lo stesso sa anche essere galantuomo, ridando lustro alle imprese del passato nonostante il fallimento di quelle del presente.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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