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Passare da sorpresa del calcio italiano a delusione totale nel giro di pochi anni è estremamente possibile, soprattutto – per l’appunto – in un campionato come quello della Serie A, nel quale spesso sapersi rinnovare non equivale necessariamente al farlo in maniera adeguata. Sembra proprio questo il contesto che si sta ritrovando ad affrontare il Sassuolo, che dopo aver raggiunto il picco massimo con la prima stagione europea della sua storia sta procedendo verso un ridimensionamento – che pare iniziato già dall’anno scorso – lento ma inesorabile. Dopo l’addio di Eusebio Di Francesco la società ha deciso di puntare su Cristian Bucchi, tecnico relativamente giovane e voglioso di dimostrare qualcosa in massima serie. Almeno per adesso, però, le cose non sembrano andare benissimo: la classifica non sorride, il bel gioco degli anni scorsi sembra un lontano ricordo. E persino il rischio di andare in Serie B pare molto più concreto di quanto si possa pensare.

Dal modulo ai flop: i problemi del Sassuolo di Bucchi

A dispetto di quanto si possa pensare, Bucchi aveva già allenato in Serie A, seppur in un contesto molto intricato come quello di Pescara: subentrato a Bergodi, aveva raccolto la miseria di un punto in 11 partite, lasciando dopo la retrocessione scontata di fine stagione. L’anno scorso il suo Perugia si è segnalato tra le migliori squadre della Serie B non solo per la qualità della rosa ma anche e soprattutto per la mole di gioco creata, anche se nel momento decisivo della stagione – ovvero i playoff – la squadra aveva mostrato di pagare un po’ troppo l’aspetto mentale della posta in palio, perdendo il doppio confronto di semifinale contro il Benevento. E proprio lo scontro con il club campano, ironia della sorte, sarà decisivo ai fini della permanenza del tecnico romano sulla panchina del Sassuolo. Fino ad ora i neroverdi hanno collezionato 2 vittorie, 2 pareggi e ben 8 sconfitte. Le affermazioni fino ad ora pervenute sono arrivate entrambe in trasferta e con il risultato di 0-1, quindi il Sassuolo non ha ancora mai vinto in casa quest’anno. Il lato positivo è che questi successi sono arrivati contro due dirette concorrenti per la salvezza, Cagliari e Spal. Ma questo resta comunque troppo poco per un club che aveva in mente, almeno teoricamente, un campionato tranquillo con possibile vista Europa League.

Il problema tattico

Uno dei problemi che il Sassuolo si sta ritrovando ad affrontare quest’anno è quello del modulo. Negli anni con Di Francesco la squadra ha sempre giocato con il 4-3-3 plasmatole addosso dall’attuale tecnico della Roma, modulo che mai era cambiato nel corso del progetto messo in atto durante gli anni. Soprattutto nelle prime partite di quest’anno, però, Bucchi ha voluto variare passando al 3-5-2 con Falcinelli e Berardi in attacco e un centrocampo più nutrito. Una mossa che non ha pagato fino in fondo e che, forse, ha generato solo confusione in una squadra ormai abituata ad assimilare un modulo ben preciso. Tanto è vero che lo stesso Bucchi, dopo qualche esperimento iniziale, sembra essere tornato egli stesso al 4-3-3. E, almeno dal punto di vista tecnico, le prestazioni della squadra sono migliorate proprio dal ritorno al vecchio schema. Si dice che, molto spesso, il modo migliore per cambiare qualcosa e fare in modo che non cambi. Il caso del Sassuolo potrebbe essere molto simile, se non risultare addirittura calzante.

Sassuolo-Milan

Bonucci e Falcinelli durante un contrasto aereo – FOTO: US Sassuolo

Cercasi esperienza

Un altro aspetto molto negativo del Sassuolo di quest’anno è quello riguardante il calciomercato. Già nella stagione la proprietà sembrava aver esaurito la sua spinta monetaria, nonostante l’approdo in Europa League: in molti giudicarono la rosa del Sassuolo troppo corta e non estremamente qualitativa per una stagione così piena e una competizione del genere. E i detrattori hanno finito per trovare ragione nei risultati stagionali tutto sommato mediocri del club, con tanto di eliminazione europea abbastanza netta. “Anno nuovo, progetto vecchio” avrà però pensato Squinzi, che giustamente mantiene la sua volontà di puntare sui giovani. Il problema è che, forse, il Sassuolo ne ha inseriti veramente troppi. Ci rendiamo conto che questo potrebbe essere un discorso in totale controtendenza con il dover puntare sui giocatori meno anziani al fine di garantire un corretto ricambio generazionale per il nostro calcio. Il club neroverde però sta forse dimostrando di credere eccessivamente su giovani calciatori non ancora pronti al campionato di Serie A. Soprattutto in questa stagione al Sassuolo serviva molta esperienza ma la rosa è stata arricchita da arrivi di giocatori acerbi come il duo di proprietà Juventus Cassata e Rogerio: il primo ha esordito in Serie A con un’espulsione e sembra essere davvero troppo irruento per non andare spesso in diffida, il secondo ha esordito solo ieri nel finale di gara contro il Milan, non brillando. Anche prodotti del vivaio come Scamacca e Pierini non sembrano ancora giocatori in grado di esercitare un impatto importante nella massima serie. Da sottolineare poi come nel mercato estivo il Sassuolo abbia perso gran parte dell’ossatura della squadra dell’anno scorso, con le cessioni pesantissime di Defrel e Pellegrini che hanno abbassato drasticamente il livello qualitativo della compagine.

La mancanza degli uomini chiave

Il principale alibi per Cristian Bucchi è quello delle tante assenze e dei giocatori non ancora recuperati pienamente: Berardi, ad esempio, ha passato più tempo in infermeria che in campo (anche se quando ha giocato le prestazioni non sono state scintillanti), così come anche Magnanelli sta ancora recuperando dal brutto infortunio patito l’anno scorso e le sue mancate geometrie a centrocampo si sentono. Un’altra assenza pesante è quella di Alfred Duncan, autentico tuttofare del centrocampo neroverde che negli anni scorsi ha dimostrato di poter valere una grande squadra. Ovvio che il tecnico ci stia mettendo del suo con scelte che non sembrano proprio illuminate ma le assenze in rosa vanno considerate. La questione maggiormente problematica, semmai, sembra quella riguardante l’attacco: Matri, Berardi e Falcinelli hanno segnato un gol a testa, Ragusa è ancora a secco. Il “capocannoniere” è Mattia Politano, con soli 2 gol. Non c’è da stupirsi, dunque, del fatto che il Sassuolo abbia il peggior attacco del campionato con appena 6 gol siglati (alle poche reti degli attaccanti va aggiunta quella di Sensi contro l’Atalanta). Per adesso alcuni calciatori stanno “tradendo” l’allenatore e il progetto tecnico ed è inevitabile pensare che se nel prossimo impegno non dovesse arrivare una vittoria – peraltro dopo una sosta del campionato – la dirigenza potrebbe prendere provvedimenti seri nei confronti di Bucchi. In linea generale, il progetto del Sassuolo rischia di aver preso una direzione decisamente meno ambiziosa rispetto a quanto si potesse pensare: intervenire in tempi brevi potrebbe rappresentare la salvezza di un club che si avvia a vivere una stagione con molti bassi e pochissimi alti.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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