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Dopo aver centrato il primato nel girone, il nuovo Milan di Rino Gattuso dovrà vedersela con i bulgari del Ludogorets per proseguire l’avventura in Europa League. Urna di Nyon tutto sommata benevola per i rossoneri (evitati gli spauracchi Lione, Dortmund e Marsiglia) ma per niente scontata. I “brasiliani” di Razgrad arriveranno a Milano con la spensieratezza della Cenerentola e la cattiveria di un gruppo compatto e vincente. Il Milan sfiderà il Ludogorets in Bulgaria il 15 febbraio alle 19. Ritorno al Meazza il 22 febbraio alle 21.05.

LUDOGORETS, UNA STORIA GIOVANE E VINCENTE

Fondata nel 2001, una delle squadre più giovani che attivamente partecipano alle competizioni europei, il Ludogorets è già stata soprannominato dai giornali italiani come la “Juventus bulgara”. Da ben sei anni infatti la A Profesionalna non ha avuto altri padroni che i biancoverdi. Una piccola favola quella del Ludogorets, che nel 2012 riuscì a vincere il campionato alla prima partecipazione assoluta nella massima serie. Quello che all’epoca poteva sembrare un unicum, l’exploit isolato di una neopromossa, sancì in realtà l’inizio di una nuova era del calcio bulgaro. L’anno dopo arrivò il Treble, con la vittoria del campionato, coppa nazionale e Supercoppa, prima e unica squadra bulgara a riuscire nell’impresa.

L’ESPERIENZA EUROPEA, TRA FOLLIA SCALPI D’AUTORE

Dominare in patria ha aperto le porte d’Europa al Ludogorets, che negli ultimi anni ha maturato una discreta esperienza tra Champions e Europa League. È proprio in quest’ultima che i bulgari sono riusciti a togliersi le soddisfazioni più importanti. Oltre alla vittoria nei gironi contro il PSV, che costò l’eliminazione per gli olandesi, rimane storico il passaggio del turno ai sedicesimi di finale contro la Lazio di Edy Reja.

Rimane invece assurda e completamente folle la storia della prima partecipazione in Champions League. Dopo aver trovato solo al 90’ il gol che gli permetteva di pareggiare i conti contro lo Steaua Bucarest, l’impossibile arrivò alla lotteria del calci di rigore. A seguito dell’espulsione del portiere Stoyanov al 119’, a cambi finiti, in porta per i calci di rigore decisivi toccò al difensore Cosmin Moţi. Il romeno prima siglò il suo personale calcio di rigore, ma soprattutto riuscì nell’impresa di pararne due, tra cui quello decisivo che valse ai suoi la prima storica qualificazione alla fase finale della Champions League.

LA SQUADRA

Con ben 10 giocatori presenti in rosa, la “comunità” brasiliana del Ludogorets è senza dubbio una delle più folte d’Europa. Dall’uomo simbolo Marcelinho, la componente carioca è parte integrante del progetto della squadra bulgara. Oltre al trequartista brasiliano, leader tecnico e primatista in termini di presenze nelle competizioni europee, il tecnico Dimitrov può contare ancora su altre individualità. Su tutte quella della punta Claudiu Keseru, attaccante romeno arrivato nel 2015 e autore di 46 reti in 71 presenze. Con Wanderson e Vura completano un quartetto offensivo molto pericoloso, specie quando aumentano gli spazi e la squadra avversaria comincia a sbilanciarsi.

In difesa, oltre all’eroe Moţi, orfano di Palomino arrivato proprio quest’estate a Bergamo sponda Atalanta, sulle fasce la spinta è ovviamente tutta vedeoro con Cicinho sulla destra, omonimo dell’ex terzino giallorosso, e Natanael sulla sinistra. Classe 90′, il terzino brasiliano è uno degli uomini più interessati di tutta la rosa, già in passato accostato alla Fiorentina per volere di Paulo Sousa.

FORMAZIONE IDEALE

Ludogorets (4-2-3-1): Renan; Cicinho, Plastun, Moti, Natanael; Anicet, Goralski; Wanderson, Marcelinho, Vura; Keseru. Allenatore: Dimitar Dimitrov.

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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