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City Hunter arriva su Netflix con un nuovo film live action, ispirato al celebre manga e anime. Cosa cambia rispetto al film con Jackie Chan?

È stato uno dei manga più iconici e di maggior successo tra quelli usciti tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. City Hunter ha poi raccolto grandi fortune anche in Italia negli anni Novanta, soprattutto grazie all’anime trasmesso a partire dal 1997. Ora Netflix ha messo a disposizione in streaming un film con attori in carne e ossa ispirato proprio alle avventure del mitico Ryo Saeba e della sua fidata collaboratrice Kaori Makimura, interpretati per l’occasione da Ryohei Suzuki e da Misato Morita.

Pochi però ricordano che già nel 1993, all’apice del successo in Estremo Oriente del manga e dell’anime (ancora inediti, a quei tempi, nel nostro paese), era stato realizzato un film di City Hunter. La pellicola, co-prodotta tra il Giappone e Hong Kong, era stata diretta dal regista cinese Wong Jing e con un cast in gran parte non giapponese. Kaori era infatti interpretata dall’attrice taiwanese Joey Wong (divenuta una star grazie al film del 1987 Storie di fantasmi cinesi di Siu-Tung Ching), mentre Ryo Saeba era stato affidato addirittura a Jackie Chan.

L’attore hongkonghese all’epoca era senza dubbio la più grande star del cinema asiatico, e l’attore orientale più conosciuto in Occidente. Aveva infatti recitato in Drunken Master (1978) ma anche in alcune produzioni americane come Chi tocca il giallo muore (1980) e La corsa più pazza d’America (1981).

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Le differenze tra City Hunter con Jackie Chan e del film Netflix

La critica ha sottolineato come il film di City Hunter prodotto e distribuito da Netflix abbia l’indubbio pregio, per i fan, di essere una fedele trasposizione dell’opera originale di Tsukasa Hojo. La trama e lo stile registico riesce a mantenere il giusto equilibrio tra l’action poliziesco e la commedia, e gli attori protagonisti calzano a pennello per i ruoli di Ryo e Kaori. Come spiega la recensione di Lorenza Negri su Wired, questa è la principale differenza con il film del 1993 con Jackie Chan, che invece si prendeva molte più libertà rispetto al materiale originale. Il film di quasi 30 anni fa riprendeva infatti lo stile delle commedie d’azione hongkonghesi di Jackie Chan, manteneva solo i dettagli superficiali della storia, e puntava più che altro a sfruttare il successo di manga e anime senza badare troppo alla fedeltà e agli interessi dei fan.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.