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thorninger

Thomas Thorninger è un tipo di giocatore che solo il Perugia di un tempo o l’Udinese con la sua politica di scouting mondiale che ancora permane oggi avrebbero potuto portare nel calcio italiano: una delle tante scommesse provenienti da mete esotiche o paesi freddi nelle quali è facile prendere un granchio, come nel caso del danese, nato ad Aarhus il 20 ottobre del 1972. E proprio gli umbri ed i friulani sono “colpevoli” di aver puntato sul lungagnone che non seppe ripagare tanta inspiegabile fiducia nei suoi confronti. Potremmo definire Thorninger come il giocatore da una presenza e via, visto che con la Nazionale maggiore della Danimarca conta una sola convocazione ed allo stesso modo in Serie A ha collezionato un solo gettone nel 2002-2003 proprio con l’Udinese. Precedentemente invece nel 1997-98, quando venne ingaggiato dal Perugia, non fu mai impiegato.

CHE SQUADRA – Era il Perugia che vinse lo spareggio-promozione di Reggio Emilia ai rigori contro il Torino, lo stesso Perugia che in quel tribolato campionato di Serie B culminato poi con una incredibile ascesa in Serie A vide alternarsi sulla propria panchina per due volte Attilio Perotti, poi Albertino Bigon ed infine il sempiterno Ilario Castagner e che in campo annoverava il dinamico due di bomber Pandolfi-Guidoni (4 gol in due, tutti del secondo), il misconosciuto portiere argentino Docabo, un giovane Materazzi ed un ormai anziano Matrecano come capitano e vice della squadra, oltre ad una pletora di calciatori buoni e meno buoni come Antonino Bernardini, Brunone Versavel, Marc Emmers, Olive, Rutzittu, Manicone, Traversa, Tangorra, Cucciari e Colonnello, Angelo Pagotto caduto in disgrazia per reiterato uso di doping, Sandro “Cobra” Tovalieri (di cui abbiamo parlato qui) e Milan “faccio gol con la mano” Rapaic.

 

thorninger perugia

LA MIGLIORE RISERVA DEL MONDO? – Fra tanti fuoriclasse il lungagnone Thornonger (alto 1,86 cm) non fu mai schierato in campo, viene da chiedersi come mai visto che prima con la maglie del Vejle ad inizio anni ’90 e poi con quella dell’Aarhus dal 1994 al 1997 si era fatto notare nientemeno che dal PSV Eindhoven, con il quale per l’appunto vivrà un’esperienza di intermezzo nel biennio 1992-’94 ma decisamente di secondo piano. In Olanda però Thorninger vince la Supercoppa nazionale. La sua miglior stagione è però nel 1995-96 quando con l’Aahrus si aggiudica la Coppa di Danimarca ed il titolo di capocannoniere del campionato con 20 gol. Fu questo fattore forse a convincere Gaucci ed i suoi sgherri a portarlo in Italia, dove poi è andata come è andata.

L’AMICO – Non vogliamo pensare poi che sia bastato il titolo di campione di Danimarca conseguito con il Copenaghen nel 2000-2001 a far si che l’Udinese lo abbia riscoperto nel 2002-2003, dopo i quattro anni spesi con la compagine della capitale dove fa bella mostra di se la statua della Sirenetta…a ben vedere forse più agile dello stesso Thorninger, decisamente troppo poco competitivo per la Serie A ed ormai già in là con gli anni. Il suo ritorno dalle nostre parti infatti dura poco: dopo una sola partita in stagione con l’Udinese, non si sa quando e contro chi, Thorninger ritorna da figliol prodigo all’Aarhaus e chiude in due anni con 35 partite e 9 gol una carriera modesta che lo ha comunque portato a dare quattro calci in Eredivisie ed in Italia in periodi diversi. Viene da chiedersi perché…forse Martin Jorgensen, che proprio con lui giocò all’Aarhus dal ’94 al ’97 si sentiva solo?

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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