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foglia

di Domenico Silvestro, Salvatore Ioime e Claudio Cafarelli

La passione per il calcio non avrà mai fine. Tanti ex calciatori professionisti, una volta terminata la loro carriera da giocatore, abbandonano definitivamente il loro legame con questo sport; altri, invece, continuano a trasmettere il loro amore per questo gioco lavorando con i bambini.

LA STORIA – E’ proprio il caso di Felice Foglia, ex attaccante di Torino e Nola tra le tante squadre in cui ha militato, che da qualche anno ha aperto una scuola calcio nel suo paese dove si diverte a crescere tanti piccoli campioncini. Originario di Casamarciano, inizia a muovere i primi passi nel Nola, dove nella stagione 1993-199 in Serie C timbra quattro volte il cartellino in undici incontri. A livello giovanile vince anche uno scudetto nazionale nella categoria Beretti proprio con la maglia della città bruniana. Le sue prestazioni attirano club importanti e, insieme a Vincenzo Sommese, viene acquistato dal Torino realizzando il sogno di ogni bambino: quello di giocare in Serie A. Alla sua prima stagione nella massima serie sono due le presenze di Foglia con la maglia granata, entrambe da titolare contro Parma e Lazio. Successivamente torna in Campania con la maglia della Juve Stabia dove realizza 7 centri, poi veste di nuovo la maglia prestigiosa del Toro, questa volta in Serie B, segnando 2 gol in venticinque presenze. Continua a girovagare per tutta Italia andando in rete tutti gli anni diventando uno dei pochi ad aver segnato dalla Serie A fino alla terza categoria. Ha aperto una scuola calcio che porta il suo nome, dove continua a trasmettere la sua infinitiva passione per il calcio ai più piccoli ma non ha ancora appeso le scarpe al chiodo: all’età di 38 anni gioca nella squadra del suo paese, il Casamarciano, in seconda categoria.

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Felice Foglia con la maglia del Torino (l’ultimo in basso a destra)

 

L’INTERVISTA –  La redazione di Maidirecalcio ha scambiato con lui alcune battute sul movimento calcistico giovanile campano parlando del suo progetto con la scuola calcio. Ecco le sue dichiarazioni:  “Ho deciso di aprire questa scuola calcio insieme ad un mio amico e le cose inizialmente non sono andate molto bene. Il primo giorno si presentò un solo bambino, poi man mano il numero è aumentato…per fortuna. Qui cerchiamo dare una disciplina sportiva ai bambini cercando allo stesso tempo di farli crescere dal punto di vista tecnico, senza però frenarli più di tanto: la scuola calcio deve anche essere uno sfogo per chi sta tutto il giorno tra i banchi di scuola. Il sogno è quello di creare una struttura polifunzionale, che garantisca a bambini e bambine di svolgere diversi tipi di attività sportive e non togliendoli dalle strade o dalla noia quotidiana, ma purtroppo non siamo molto aiutati nelle nostre idee. Le strutture sono quelle che sono, bisogna sempre appoggiarsi a qualcuno e se non c’è la base è difficile poi lavorare per il contorno. Come scuola calcio, nonostante le difficoltà, ci siamo tolti diverse soddisfazioni, iscrivendo squadre in diversi tornei ed andando a giocare anche all’estero. E’ proprio in un torneo in Francia che abbiamo notato l’enorme differenza tra noi e loro: noi pensavamo di essere organizzati con le divise tutte uguali, ma lì avevano un campo tutto loro, ci hanno accolto in strutture all’avanguardia ed hanno addirittura attrezzato il municipio trasformandolo in una enorme mensa. Alla fine siamo rimasti in ottimi rapporti ed i ragazzi si sono anche scambiati la maglia, un bellissimo gesto per bambini di questa età. Noi cerchiamo sempre di mettere in primo piano il divertimento dei ragazzi, poi se qualcuno è bravo il resto viene da sé. A questo livello bisogna far giocare e divertire tutti, chi pensa soltanto a vincere ha una chi pensa soltanto a vincere ha una mentalità sbagliata. La speranza è che nel futuro si possa migliorare sia nell’approccio con i giovani che nelle strutture, perché  se il luogo è accogliente ed i piccoli si allenano divertendosi è molto più facile che in Italia crescano dei nuovi talenti”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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