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Iuliano

“Mi fanno la stessa domanda da vent’anni. Al supermercato, in banca, dal dentista. Una volta all’aeroporto mentre facevo pipì. Posso dire che siamo caduti insieme. In alcuni casi, è stato dato anche sfondamento. In un’azione così veloce, pochi avrebbero fischiato il rigore: io no, perché sono tifoso juventino. Nessuno ricorda nient’altro, né che l’anno prima segnai il gol scudetto all’Atalanta. Restiamo solo io, Ronnie e il replay. Scherzando, dico che mi ha reso immortale“. Le parole che Mark Iuliano ha rilasciato proprio oggi in un’intervista sono la quintessenza di ciò che è stato lo Iuliano calciatore: giocatore-tifoso che ebbe la fortuna di difendere i colori a cui teneva di più, uomo di cui si è messo più in risalto il lato negativo rispetto a quello positivo. Iuliano i suoi errori li ha commessi, però. Nessuno può negarlo. E chissà se, con un comportamento differente, la sua già lussuosa carriera non potesse maggiormente giovarne.

Nato a Cosenza nel 1973, Mark Iuliano ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel mondo professionistico nella Salernitana. Un paio di anni, con 29 presenze e nessuna rete. Il primo gol da professionista arriva con la maglia del Bologna, squadra alla quale la Salernitana lo aveva prestato nel 1993-1994 (la stagione successiva sarà a Monza). Dopo un paio di cessioni temporanee, Iuliano matura esperienza e viene dunque confermato in rosa. Dopo un’altra parentesi a Salerno, arriva per Iuliano il più grande amore calcistico: la Juventus. E’ il 1996 e Iuliano va a rafforzare il reparto difensivo della Vecchia Signora. E’ solo l’inizio di un lungo percorso che porterà Iuliano a vincere tutto con la maglia bianconera: il centrale difensivo ha infatti collezionato con il club di Torino 4 Scudetti, 3 Supercoppa Italiana, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Intertoto. Iuliano offre, soprattutto nei primi anni, prestazioni confortanti. Il 1998 è un anno decisivo per il calciatore. Sono due, infatti, gli eventi che ne cambieranno la storia calcistica. Nel Settembre di quell’anno Iuliano esordisce in Nazionale, giocando una gara di qualificazioni ad Euro 2000 in casa del Galles. In totale collezionerà 19 presenze e una rete (segnata contro il Portogallo) con la maglia azzurra. E’ però di qualche mese prima l’avvenimento più importante. Il palcoscenico è quello del Delle Alpi, si gioca Juventus-Inter. Uno spareggio Scudetto. La Juve vince 1-0 grazie a un gol di Del Piero, ma Iuliano rimarrà coinvolto per sempre in un episodio storico del calcio italiano: il famoso fallo da rigore non fischiatogli ai danni di Ronaldo. La crisi dovuta a quell’avvenimento arrivò addirittura in Parlamento e, col senno di poi, quel contatto in area di rigore passerà alla storia.

Come naturale conseguenza, Iuliano risulterà ovviamente inviso alla maggior parte del tifo italiano, difeso però strenuamente dai supporters bianconeri. Col tempo però anche le presenze in campo diminuiscono: la concorrenza aumenta e il ticchettio dell’orologio del tempo si fa più pressante. Così, nel 2005, dopo più di 200 presenze con la maglia della Juventus, Iuliano capisce che ora di cambiare strada. Tenta l’avventura spagnola al Maiorca: da Gennaio a Giugno giocherà 15 partite. La voglia di Italia però è tanta, e così ecco il prestito dell’anno successivo alla Sampdoria. Saranno però appena 4 le presenze di Iuliano in maglia blucerchiata. Nel 2006 è ancora Maiorca, e le cose vanno un po’ meglio (14 partite, 3 gol). Poi il ritorno definitivo in Italia, con la cessione al Messina. Iuliano porta esperienza e dirige discretamente la retroguardia dello Stretto. Nel 2008 arriva a Ravenna, per godersi gli ultimi scampoli di professionismo. Ed è qui che inizia l’incubo.

Ultima giornata del campionato di B: il Ravenna è già retrocesso ed è impegnato contro il Cesena. Al termine della gara Iuliano risulterà positivo al test antidoping: la sostanza riscontrata è benzoilecgonina, il solito metabolita della cocaina. Morale della favola: 2 anni di squalifica e 10.000 euro di risarcimento al Ravenna per danno d’immagine. Ogni cosa che ha un inizio ha anche una fine. E così, la carriera nel professionismo calcistico di Iuliano termina nel peggiore dei modi. Il calciatore ha spesso provato a giustificarsi, almeno in ambito sportivo, per quanto riguarda l’avvenimento: “Ricorrere alla cocaina è un grave sbaglio, naturalmente, ma non è quello di uno sportivo che cerca di alterare la propria prestazione. Si tratta di un uomo che cede alla cocaina per debolezza e vizio personale, non è doping“. Iuliano ha sempre avuto uno strenuo difensore al suo fianco, ovvero il papà. Proprio Alfredo Iuliano, nel 2011, si lasciò andare ad alcune dichiarazioni molto controverse riguardanti l’ex calciatore Marco Padovano (della cui storia avevamo parlato qualche mese fa), reo, secondo il genitore, di aver venduto droga ai giocatori della Juventus. Tra questi, c’era suo figlio. Iuliano jr, da par suo, prese sempre le distanze da tali dichiarazioni.

Al termine della squalifica, pare evidente che i giorni nelle categorie superiori sono finiti per il ragazzo. Nonostante ciò, Iuliano torna a calcare i campi di calcio in prima categoria, con la maglia del San Genesio: due le stagioni, che vedranno anche la vittoria del campionato. Poi arriva sul serio il momento dello stop, nel 2012, all’età di 38 anni. Ma Iuliano ha ancora da chiedere al mondo del calcio. Forse per cercare un riscatto, dopo che negli anni la sua reputazione ha smesso di brillare. Inizia così la carriera da allenatore: la sua prima panchina è quella degli Allievi del Pavia. Iuliano si mette subito in luce. Purtroppo, però, non per meriti sportivi: dopo la gara persa per 6-1 contro i pari età del Novara, Iuliano avrebbe infatti minacciato il direttore di gara di morte. L’ex Juventus si difese spiegando di aver udito un insulto razzista da parte dell’arbitro riferito ad un suo giocatore, ma venne comunque condannato a 6 mesi di stop e al pagamento di una multa di 250.000 euro. L’anno scorso viene ingaggiato dal Latina, in Serie B, per allenare la Primavera. Da quest’anno, la svolta: proprio il Latina lo promuove in prima squadra, vista la crisi di risultati. Starà dunque a Iuliano cercare di salvare la squadra laziale dopo un girone d’andata negativo, peraltro alla sua prima panchina nel professionismo. Ora la sua avventura in Albania: il Partizani Tirana ha annunciato come nuovo allenatore Mark Iuliano. Insieme al suo vice Alessandro Dossena sarà presentato alla stampa mercoledì alle 11.

Impossibile non definire quantomeno controversa la carriera di Mark Iuliano. Carattere da duro ma leale, Iuliano è stata una delle tante vittime della dipendenza da droghe che, ovviamente, non ha potuto che rovinarne la storia in campo. Forse, Iuliano è stato vittima anche di una “violenza dei mass media” che proprio in questi ultimi anni ha raggiunto il suo apice. Quel famoso rigore grida ancora vendetta, ma nella vita ci sono cose più importanti del calcio. Iuliano lo ha capito ed ora, dopo essersi riabilitato, è un esempio per il prossimo. Tutti meritano una seconda chance. Persino colui che stoppò Ronaldo, regolarmente o irregolarmente che sia, cambiando senza volerlo la storia.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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