Pacchi dall’estero: Rui Aguas, il portoghese che la Reggiana comprò senza capire perché

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Prima del Sassuolo al Mapei Stadium giocava un’altra squadra: era la Reggiana, e l’impianto si chiamava “Stadio Giglio”. I granata riuscirono a metà anni ’90 a presenziare per qualche stagione in Serie A, mentre i neroverdi cominciavano la loro scalata al calcio professionistico militando nel Campionato Nazionale Dilettanti e giocavano ancora a Sassuolo. A Reggio Emilia insomma c’era solo la Reggiana, che nella stagione 1994/95 si apprestava a giocare la sua seconda stagione di sempre in Serie A. Fu quello il primo campionato con i 3 punti e l’avvio non si rivelò facile per la compagine emiliana con un solo pareggio e ben 5 sconfitte nelle prime 6 giornate. Ce n’era abbastanza per mandare via lo storico allenatore Giuseppe Marchioro, in panchina dal 1987, ed affidare la squadra ad Enzo Ferrari, il quale nelle ultime tre giornate verrà a sua volta esonerato per far posto a Cesare Vitale.

CHE NOMI – La Reggiana al suo esordio in A aveva giocatori niente male in rosa come il nazionale brasiliano Claudio Taffarel in porta ed i vari Gigi De Agostini, Stefano Torrisi, Luigi Sartor, Beppe Scienza, Massimiliano Esposito, Giuseppe Accardi (oggi procuratore), Gianluca Cherubini, Christian Lantignotti, i latitanti Paulo Futre e Dorin Mateut, Michele Padovano e l’attaccante svedese giramondo Johnny Ekström. Un mix di belle speranze e di meteore tendenti al bidone: tra queste nella stagione successiva si annovera anche il compassato portoghese Rui Aguas, giunto alla “Regia” a metà stagione 1994/95. La campagna acquisti aveva portato gente quale Francesco Antonioli tra i pali, Angelo Gregucci, Enzo Gambaro, Max Tonetto, Nando De Napoli, Sunday Oliseh, Massimo Brambilla, Alessandro Mazzola, Ciccio Cozza, il russo Igor Simutenkov ed un giovane Davide Dionigi. L’andamento della squadra non fu però dei migliori come detto e nel mercato invernale ecco arrivare l’esperto (anche troppo) Rui Aguas, uno che aveva cominciato a muovere i primi passi nel mondo del calcio nel già allora lontano 1972.

TIRA L’ACQUA AL SUO MULINO – Rui Aguas, all’anagrafe Josè Rui Lopes Aguas, nacque a Lisbona il 28 aprile 1960. Figlio d’arte (suo padre Martim e suo cugino Raul sono stati a loro volta calciatori) all’età di 12 anni si fa spazio nelle giovanili del Benfica per poi vestire anche la maglia dei rivali cittadini dello Sporting Lisbona. Attaccante di discreto movimento, Rui Aguas preferiva agire prevalentemente da prima punta nonostante un fisico non molto imponente per il ruolo (1.79 cm per 74 kg) ma in gioventù riusciva a fare il suo dovere sotto la porta avversaria: dopo gli esordi nel professionismo con le casacche di Sesimbra (dal 1980 al 1982) ed Atletico Clube de Portugal di Lisbona (1982/’83), Rui Aguas passa al Portimonense, compagine dell’Algarve in cui resta fino all’85 distinguendosi con 10 reti in 46 partite complessive. Ce n’è abbastanza per tornare alla casa madre, con il Benfica che se lo riprende e gli concede tanto spazio in tre anni durante i quali Rui Aguas infila il pallone nella porta avversaria per ben 35 volte. Nel frattempo il ritorno al Benfica coincide anche con la prima delle sue 31 convocazioni in Nazionale, con la quale fino al 1993 Rui Aguas segna 10 gol.

 

A SECCO – Dal’88 al 1990 lo vediamo al Porto ed anche qui l’andamento è di tutto rispetto, alla luce di 30 realizzazioni in 64 apparizioni con i Dragoes, facendo segnare una media molto vicina ad un gol ogni due incontri giocati. Poi dal 1990 al 1994 Rui Aguas è ancora Benfica, con 42 marcature in 99 match complessivi, fino all’addio nel 1994/95. A questo punto il nostro ha ben 34 anni ed è prossimo alla fine della carriera: passa all’Estrela Amadora dove fa in tempo a segnare 4 gol in 9 scampoli di partita prima di accettare l’avventura all’estero dicendo di si alla chiamata della Reggiana ultima in Serie A, consapevole del fatto di andare in Italia senza tante pretese e conscio che porterà in Emilia tanta esperienza ma poca gamba anche a causa di una forma fisica più che precaria ed alle energie che non sono più quelle di un tempo. Infatti alla fine saranno soltanto 12 le partite giocate in granata da Rui Aguas, con nessuna rete all’attivo, tanti infortuni ed una retrocessione che inghiotte la squadra a fine stagione…un modo un pò triste per appendere le scarpette al chiodo. Per Rui Aguas è stata una fugace avventura in un altro campionato, il più bello e competitivo del mondo ed il più ambito da tutti i migliori calciatori a quei tempi. In questo modo avrà potuto dire al figlio (anche lui giocatore) di essere stato anche se per poco tempo nell’olimpo del calcio. Chi fece parte di quella Reggiana invece non ha ancora oggi capito il senso di quell’acquisto.

MISTER RUI – Cosa fa oggi Rui Aguas? Dopo due anni come allenatore del Vitoria Setubal (squadra del cuore di Josè Mourinho) dal 1999 al 2001, il lusitano è rimasto fermo a studiare ulteriormente la professione di mister per poi tornare in sella tra 2003 e 2006 come vice allo Sporting Braga. E’ seguito poi un altro lungo stop in seguito al quale dal 2014 Rui Aguas è diventato commissario tecnico di Capo Verde, ed alla guida della selezione isolana ha battuto clamorosamente proprio il suo Portogallo in amichevole per 2-0 lo scorso 31 marzo. Bel modo per far si che si tornasse a parlare di lui.

 

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