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Italia Uruguay mobilità centrocampo- Vittoria, punti per il ranking e un buon rodaggio per il 4-4-2. Italia-Uruguay è di certo stata in tutto e per tutto una partita positiva per il c.t. Ventura, che sta plasmando sempre più la nazionale verso un modulo che, come più volte ripetuto, ci convince appieno. Nonostante tutto, però, alcuni meccanismi sembrano essere comprensibilmente da affinare, anche perché applicare lo stesso sistema con interpreti differenti non è propriamente semplicissimo. In ogni caso, gli equilibri del 4-4-2 di Ventura passano per i due di centrocampo, giocatori che forse, tra tutti, passano più inosservati ma che hanno i compiti principali sia in fase di possesso che di copertura. Cerchiamo di capire il perché.

Italia-Uruguay e 4-4-2: ad ogni ruolo, determinate caratteristiche

Partiamo con i punti di forza di questo modulo. I due esterni sono pedine importantissime per le due fasi: sia Insigne che Candreva (ma anche Bernardeschi ed El Shaarawy) hanno qualità tecniche importanti, capacità di duettare con i compagni, ottimavisione di gioco e senso del gol sotto porta. A ciò abbinano però grande sacrificio nel ripiegare ed aiutare i terzini, raddoppiando su avversari pericolosi e ripiegando quando c’è un possesso palla evidente da parte dell’altra squadra. Lo stesso può dirsi dei due attaccanti, bravi a difendere palla, attaccare la profondità e scambiarsi posizione, ma efficaci in pressing ed instancabili nello sporcare i passaggi. I terzini riescono a sovrapporsi con continuità, ma difficilmente si fanno saltare nell’ 1 vs 1, così come i centrali di difesa, coriacei nelle palle alte, ma con le qualità per impostare l’azione quando necessario. Per ogni ruolo vi sono le caratteristiche adatte a ciò che vuole Ventura… tranne uno. Quello del centrocampista centrale.

Mobilità: un problema da studiare

Analizzando la coppia di oggi (considerando dunque De Rossi/Montolivo-Marchisio) è facile notare come per caratteristiche la mobilità non sia il pezzo forte dei nostri interpreti. Ciò comporta due grossi problemi, uno in fase di possesso ed uno in quella di non possesso. Quando è l’Italia ad avere palla, i centrocampisti hanno enormi difficoltà a smarcarsi, venendo seguiti a uomo dai giocatori avversari e costringendo in pratica i difensori a sostituirsi nel ruolo di creatori di gioco. Al contrario quando la palla è tra i piedi degli altri, non riescono a pressare in modo tempestivo per accelerare il recupero palla, finendo per accodarsi al rientro degli esterni e schiacciare irrimediabilmente la squadra. Quando invece i due riescono ad alzarsi, non lo fanno in maniera alternata aprendo spaccature tra le linee che mettono in grosse difficoltà i 4 del reparto arretrato. Sono, come detto, meccanismi che hanno bisogno di tempo per funzionare, considerando che nessuno degli interpreti gioca con questo modulo nella squadra di club. E’ vero, però, che le caratteristiche dei singoli non aiutano e, pur avendo doti individuali notevoli, giocatori come De Rossi, Montolivo e Marchisio trovano difficoltà nel giocare insieme in questo modulo.

Possibili alternative

Quale soluzione? Sicuramente la presenza di Verratti ammorbidirà questo genere di problema. Il giocatore del Psg ha qualità di palleggio, mobilità nello smarcamento ed impetuosità nel pressing, qualità che porterebbero l’eventuale partner a dosare le forze e limitarsi a coprire l’abruzzese nei suoi movimenti facendogli da spalla. Dunque l’Italia non può prescindere da Verratti? Non proprio, ma servono caratteristiche simili. Pur non essendo un fulmine di guerra, Jorginho ha dimostrato di poter riuscire a svolgere questo genere di lavoro, seppur non abituato ad una linea a 4. Anche Gagliardini, con altre caratteristiche non puramente di regia, sa rendersi utilissimo nello sporcare le linee di passaggio e può farsi trovare libero negli spazi grazie al suo intuito e le capacità di lettura del gioco. Insomma, la mobilità più che la rapidità è fondamentale per gli equilibri di questo modulo e, oltre al rodaggio dei meccanismi, dovrà essere premura del c.t. individuare i giocatori più adatti ad assicurare che tutto vada come previsto.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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