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Pazzini, Cassano, Cerci, Luppi, Verde. Esperienza, qualità, classe, gol. Non manca davvero nulla al reparto d’attacco dell’Hellas Verona di Fabio Pecchia – neopromosso in serie A dopo un anno di purgatorio – candidato a una stagione che si preannuncia scoppiettante, con addosso gli occhi di addetti ai lavori e tifosi. Non sono però soltanto i grandi nomi a catalizzare l’attenzione, ma anche la presenza nel roster gialloblu del talento napoletano scuola Roma, che si appresta a cominciare la sua terza stagione in un club della massima serie. Dopo l’exploit con la Roma di Rudi Garcia, la squadra con cui ha esordito e a tratti esaltato, la breve parentesi al Frosinone nella prima parte del campionato 2015/2016, cui hanno fatto seguito i due prestiti consecutivi a Pescara e Avellino. Due anni dopo, un’altra occasione con la maglia del Verona, in una piazza ribollente di passione, pronta a esaltare le indiscusse doti di quello che resta soltanto un ragazzo alla ricerca della sua reale dimensione nel calcio dei grandi, universo in cui aveva esordito senza mostrare alcun timore reverenziale in uno dei momenti più delicati della storia giallorossa degli ultimi anni.

Daniele Verde: l’esordio scoppiettante con la Roma di Garcia

“Sa faticare, farà strada” dichiarò Rudi Garcia nella pancia dello stadio Sant’Elia dopo il sofferto successo della Roma sul Cagliari del febbraio 2015. Il tecnico francese dovette ricorrere a uno dei gioielli più luccicanti della Primavera di Alberto De Rossi per tirarsi momentaneamente fuori dai guai, dopo i quattro pareggi consecutivi e la contemporanea assenza di Gervinho e Doumbia (appena prelevato dal Cska Mosca) impegnati in Coppa d’Africa. Quel giorno il giovanissimo Verde – fin lì autore di 11 reti e 3 assist con i pari età tra campionato, coppa e Youth League – sciorinò una prestazione da veterano, calandosi alla perfezione nella parte dell’esterno offensivo, evitando inutili personalismi dettati dalla voglia di strafare, ma soprattutto fornendo un contributo fondamentale con due assist per i gol di Ljajic e Paredes (utili a fissare il punteggio finale sull’1-2). Dopo l’esordio assoluto in serie A di qualche settimana prima a Palermo, quella con il Cagliari sarebbe rimasta l’unica partita giocata per tutti i 90’, con il talento di Fuorigrotta utilizzato ancora per qualche occasione tra campionato e Europa League, fino all’effettivo rientro a pieno regime dei titolari. Pochi scampoli di gara che rivelarono l’ennesimo prodotto del settore giovanile giallorosso, prelevato dal Pigna da Bruno Conti in persona nel 2010, bruciando la folta concorrenza delle tante big interessate a quello che all’epoca era ancora un semplice terzino sinistro. Fu un’intuizione di Vincenzo Montella, tecnico dei Giovanissimi della Roma, a trasformarlo in attaccante esterno, il ruolo certamente a lui più congeniale vista l’ottima tecnica individuale, unita la capacità di accentrarsi partendo da destra. Sinistro naturale, Verde ha lavorato molto sul piede debole, migliorando la sua propensione a concludere a rete anche con il destro, caratteristica fondamentale per un esterno d’attacco moderno.

Frosinone, Pescara, Avellino, Verona: alla ricerca del grande salto

Con Stellone a Frosinone, poco feeling  e tanta panchina, fino al passaggio al Pescara di Massimo Oddo, tecnico capace di esaltarne le qualità al fianco di Lapadula e Caprari. Probabilmente a Roma pensavano di avere in casa un giocatore più pronto al grande salto, viste le ottime premesse degli esordi in prima squadra. Un percorso ancora in divenire, passato dal prestito dello scorso anno ad Avellino – agli ordini di Toscano e Novellino – professionisti in grado di inculcare nella mente di un ragazzo la cultura del lavoro quotidiano sul campo, vero segreto per una carriera da protagonista. “Verde è un ragazzo straordinario, ha estro e fantasia. E’ uno che si allena come un gregario. Che dà tutto e si sacrifica. Ha la giusta mentalità per crescere ancora e spero di aiutarlo. Sono convinto che dopo questa stagione, sarà un giocatore da A e potrà dare molto al calcio italiano”. L’attuale tecnico dei campani l’aveva descritto così: un monito forte e chiaro verso chi ha il dovere di accompagnare Verde attraverso le tappe di un percorso obbligato nell’ottica di una crescita calcistica che sarebbe un delitto non riuscire a ottenere fino in fondo. A Verona, nonostante la folta concorrenza in avanti, potrà giocarsi le sue carte soprattutto per la predisposizione ad agire da attaccante esterno nel 4-3-3, il modulo che Pecchia sembra avere in mente anche quest’anno e che ha già proposto nelle prime due uscite stagionali. Sullo sfondo, spettatrice interessata, c’è sempre la Roma di Di Francesco: un altro che di calcio offensivo e giovani s’intende parecchio.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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