In Cina non c’è spazio per i giovani e si aggira il regolamento

In molti spesso hanno evidenziato come quello italiano sia un campionato in cui i giovani faticano ad imporsi, al di là di piacevoli eccezioni. In Cina, dove stanno cercando in ogni modo di scimmiotare il calcio europeo, la situazione non sembra essere differente. Anzi, pur di dare spazio agli under 23, la lega cinese ha imposto un regolamento ferreo a tutte le squadre del campionato. Il tutto nasce da una statistica del 2016, in cui è emerso quanto basso fosse l’impiego di giovani al di sotto dei 23 anni nel corso delle prime 14 giornate di campionato. Da qui, vista la volontà di far evolvere il calcio come sport del “futuro”, è maturata l’ipotesi di “imporre” l’inserimento di giocatori più giovani in rosa, con delle regole ben precise e possibili ritorsioni in caso di violazione. In particolare, a partire da questa stagione, è stato comunicato l’obbligo di inserire all’interno della rosa dei 25 giocatori almeno 4 Under 23, di cui almeno uno in campo dal primo minuto ed uno in panchina. In caso di mancanza di giovani in panchina, il numero di sostituzioni viene ridotto da tre a due.

L’idea sembra dunque positiva per poter guidare gradualmente i tecnici e le società verso una possibile “linea verde” che abbia come scopo il far crescere giovani talenti con ottimismo verso il futuro per il calcio cinese. La forte competitività e la voglia di ottenere risultati subito, invece, ha incredibilmente creato in maniera naturale un’ escamotage per aggirare il nuovo regolamento. Tanti sono, infatti, i giovani cinesi mandati in campo dal 1′ minuto e poi sostituiti dopo appena un quarto d’ora di gioco. La cosa sorprendente è che, ad adeguarsi in questa maniera alquanto imbarazzante per la dignità dei giovanissimi giocatori, sono anche allenatori europei dalla vasta esperienza come ad esempio Villas Boas. Fiducia nella “vecchia scuola” e poco investimento per i calciatori più acerbi: questa è dunque una linea di continuità che il regolamento non è riuscito ad interrompere, complice anche l’arretratezza dal punto di vista tattico dei calciatori orientali che per forza di cose si ripercuote sui meno esperti. Come risolvere il problema? Forse lo slancio iniziale dovrebbe arrivare dalle società che, per il bene del movimento calcistico cinese, dovrebbero concedere agli allenatori la possibilità di costruire piuttosto che vincere subito, anche se l’immane quantità degli investimenti dovrebbero logicamente essere quanto meno seguiti da risultati sportivi importanti. La scelta è dura, ma ci sono squadre che già hanno intrapreso la strada “giusta”. Come andrà a finire? Lo scopriremo nei prossimi anni.

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