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Dalle stelle alla stalle, in un attimo. Il Benevento di Roberto De Zerbi non potrà contare su Fabio Lucioni, capitano e giocatore più rappresentativo, nella corsa verso una salvezza che oggi appare ancora più complicata di quanto non dicano i 7 punti in classifica raccolti in queste venti giornate di campionato e le 8 lunghezze di ritardo dal terzultimo posto attualmente occupato da Spal e Crotone. La squalifica di un anno comminata a uno dei protagonisti della storica promozione della scorsa stagione, mette la parola fine a quella che sembrava a tutti gli effetti una favola d’altri tempi, quella di un trentenne arrivato a esordire nella massima serie dopo una lunghissima gavetta fatta di sacrificio e dedizione. Eppure alla vigilia della sentenza sembrava che Lucioni potesse cavarsela con una pena più lieve, soprattutto dopo l’ammissione del medico sportivo del Benevento, colpevole di avergli somministrato lo spray incriminato (il Trofodermin) contenente il clostebol, un anabolizzante vietato dalle norme antidoping. Sulla vicenda resta dunque un alone di mistero, così come sulla severa portata della sentenza, che a questo punto obbligherà il club campano a rivedere i propri piani tecnici e intervenire sul mercato alla ricerca di un sostituto all’altezza.

Paradiso e inferno, la stagione sull’altalena di Lucioni

Il caso di Lucioni, positivo a un controllo di routine dopo Benevento-Torino del 10 settembre scorso, resta unico nel suo genere. Dopo la scadenza dei giorni stabiliti per la sospensione cautelare e in attesa della sentenza definitiva da parte della giustizia sportiva, il capitano delle “Streghe” era tornato in campo per disputare le gare con Genoa, Chievo Verona e Sampdoria. Un trittico capace di regalare 6 punti, dopo che nelle precedenti 18 partite stagionali i campani erano riusciti a conquistare un solo punto nel rocambolesco pareggio con il Milan. Nonostante i tre mesi di stop forzato cui era stato costretto, Lucioni ha ritrovato immediatamente il suo posto al centro della difesa, mostrando una condizione invidiabile, spinto da una voglia di rivincita che soltanto chi ha respirato la polvere delle serie inferiori può comprendere. Non si arriva in A per caso, né è scontato ci si dimostri all’altezza. Dopo un inizio di campionato incoraggiante per una neopromossa alle prime armi (tre sconfitte di misura con Sampdoria, Bologna e Torino), il Benevento ha iniziato a imbarcare acqua, perdendo nel frattempo il suo leader carismatico, dentro e fuori dal campo. Un colpo durissimo, inspiegabile per chi aveva seguito tutte le tappe della carriera di Lucioni, girovago della provincia italiana, considerato un onesto giocatore di categoria come tanti, il classico esempio di persona pulita lontano anni luce da certe dinamiche. Sarebbe bastato questo per rivedere i termini e le condizioni di una sentenza davvero troppo penalizzante per il giocatore, la società e il disincantato tifo di una città che comunque vada a finire avrà vissuto il suo momento di gloria. Considerazioni evidentemente insufficienti per ottenere un’assoluzione in tribunale, cui vanno aggiunte le dichiarazioni rese dallo stesso giocatore e dal medico sociale Giorgione, che in qualche modo avevano sollevato Lucioni dalla responsabilità di aver assunto consapevolmente la sostanza.

A testa alta, in attesa della prossima sfida

Un verdetto da accettare nonostante tutte le attenuanti del caso, senza tirare in ballo fantasiose storie riconducibili alla natura politica della sentenza. Nella vita come nello sport, chi sbaglia paga, ma probabilmente un po’ di buonsenso avrebbe messo d’accordo tutte le parti in causa. Resta l’amarezza di una vicenda che racchiude al suo interno inesperienza e negligenza, coinvolgendo proprio colui che più di chiunque altro all’interno della rosa del Benevento avrebbe meritato di giocarsi al meglio la chance attesa una vita intera. In vista della sfida al Bologna, De Zerbi mastica amaro e riflette sulla formazione da mandare in campo, anche alla luce della rivoluzione operata sul mercato dal presidente Vigorito, cui spetterà il compito di trovare un vice Lucioni. Quello vero, squalificato fino al prossimo 15 ottobre, continuerà ad allenarsi a luci spente, in attesa comunque vada a finire di tornare a difendere la maglia della società che l’ha sempre sostenuto.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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