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Se le sirene di mercato inglesi e italiane si riveleranno portatrici di verità, Edin Dzeko lascerà presto il campionato italiano per andare a giocare in Premier League. Il Chelsea di Antonio Conte avrebbe fatto un’offerta assolutamente irrinunciabile alla Roma, mettendo sul piatto più di 50 milioni sia per il calciatore bosniaco che per il suo collega Emerson Palmieri. Un’offerta alla quale il club giallorosso potrebbe anche cedere. E se la partenza di Emerson Palmieri (almeno a livello mediatico) non rappresenterebbe una tragedia, quella di Dzeko potrebbe essere avvertita in maniera molto più pesante. Almeno dai tifosi, perché in fondo il rapporto tra il bosniaco e Di Francesco non è mai decollato e il tecnico ex Sassuolo potrebbe effettivamente decidere di avallare la partenza dell’attaccante per giocare a suo modo nella fase offensiva.

Dzeko vicino alla cessione: come potrebbe giocare la Roma?

Come accennato, il rapporto tra Dzeko e Di Francesco non è mai stato idilliaco. Sin dalle prime battute stagionali il calciatore si era lamentato della mancanza di palloni in zona offensiva: famoso, ad esempio, lo sfogo dopo il pareggio interno a reti bianche contro l’Atletico Madrid in Champions League, con Dzeko che manifestò un certo disagio. “L’anno scorso ho fatto tanti gol, quest’anno sarà più difficile, ho toccato poche palle in questo match, speriamo di toccarne di più che nelle prossime gare. Si sente la mancanza di Totti così come quella di Salah che giocava vicino a me. Anche Nainggolan giocava più vicino a me, ora sono tutti più distanti con questo sistema di gioco“. Il bosniaco poi, dopo una risposta piccata del tecnico, fece un passo indietro spiegando che “le mie parole sono state fraintese”. Nelle settimane successive però la situazione dell’attaccante è migliorata solo sensibilmente e i numeri sono molto distanti rispetto a quelli della scorsa stagione: Dzeko infatti ha siglato solo 12 gol totali (9 in campionato e 3 in Champions) e sembra impossibile per lui non solo migliorare ma addirittura avvicinare le statistiche offensive dell’annata trascorsa, nella quale mise a segno 39 reti complessive. L’attaccante sembra aver passato il suo momento migliore e inoltre con Di Francesco (che ieri sera ha blindato a parole Nainggolan ma non lui) il suo ruolo nella Roma rischia di diventare marginale: Dzeko è un attaccante solido, che usa benissimo il fisico e il gioco aereo come armi principali ma che risulta molto statico e quindi poco utile alla manovra pensata dal tecnico. Lo stesso Di Francesco anche al Sassuolo spesso ha utilizzato come riferimenti centrali punte dalle caratteristiche più mobili, come Zaza e Defrel. Ma, venendo al sodo, come cambierebbe la Roma in caso di reale cessione dell’ex Manchester City?

Il momento di Schick

La Roma a giugno ha dato fondo alle casse per una risorsa importante e quella risorsa si chiama Patrick Schick. L’attaccante della Repubblica Ceca è stato strappato alla concorrenza nonostante i dubbi sul suo stato di salute e la volontà della Sampdoria di trattenerlo. Sin dall’inizio Di Francesco ha sempre parlato di un giocatore non ancora in condizione ma il momento di Schick potrebbe essere effettivamente arrivato. E la cessione di Dzeko in tal senso sarebbe propedeutica alla crescita del giocatore: Schick ha fino ad ora giocato molto spesso in un ruolo non suo, ovvero quello dell’esterno d’attacco. Le prestazioni sono state piuttosto inodori e anche il calciatore ha manifestato un po’ di mal di pancia per la situazione. L’addio di Dzeko lo vedrebbe, di fatto, promosso a punta centrale titolare in un 4-3-3 messo in atto dal tecnico, con i soldi del bosniaco che potrebbero essere reinvestiti nell’acquisto di un altro esterno offensivo: Under non sembra dare ancora grosse garanzie, Perotti è spesso infortunato (così come Defrel, che sarebbe comunque adattato), El Shaarawy gioca bene ma a sprazzi e Florenzi serve più in difesa che in attacco. In caso di mancati arrivi – perché la Roma ha pur sempre problemi con il FPF – sugli esterni giocherebbero titolari Perotti ed El Shaarawy, con Schick che appunto sostituisce l’ex Wolfsburg.

Falso nueve

Mettiamo il caso che a Schick venga un raffreddore. Di Francesco sarebbe comunque costretto a cambiare qualcosa: in quel caso il 4-3-3 potrebbe restare in auge ma con un falso nueve al posto di Schick, che resterebbe dunque fuori o potrebbe addirittura continuare a giocare esterno. Uno tra Perotti ed El Shaarawy potrebbe tranquillamente occupare anche il ruolo di riferimento centrale e persino il nome di Defrel tornerebbe utile in un discorso simile. La suggestione più incredibile sarebbe quella di un Nainggolan punta centrale ma a livello concreto è una soluzione assolutamente non percorribile.

Cambio modulo

Una terza soluzione per una Roma senza Dzeko potrebbe essere quella di un cambio di modulo. In alcune partite dal forte timbro difensivo (ieri contro l’Inter o in Champions contro l’Atletico Madrid) Di Francesco ha utilizzato il 3-5-2 (che in realtà è più un 3-6-1) con Nainggolan a sostegno dell’unica punta, che in quel caso resterebbe Schick come negli ultimi minuti della gara di San Siro. Difficile comunque che Di Francesco snaturi il suo modulo base per via della partenza del bosniaco: questa soluzione rappresenta soltanto una scelta momentanea in caso di difficoltà fisica in mezzo al campo.

Tutto e niente

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, spiega Tancredi ne Il Gattopardo. Di conseguenza, dopo una partenza di Dzeko la Roma potrebbe semplicemente decidere di prendere un giocatore speculare nel mercato invernale da mettere a disposizione del tecnico. Anche questa però è un’ipotesi remota, in primis perché trova un attaccante con caratteristiche simili a quelle dell’ex City a gennaio sarebbe come cercare un ago in un pagliaio ma anche perché Di Francesco non sarebbe certo contento di dover allenare un altro giocatore lontano dalla sua visione. In realtà, dunque, le soluzioni di un eventuale post Dzeko per la Roma sono molto limitate: varrà davvero la pena privarsene a questo punto della stagione, in un momento di crisi e con la Champions League più lontana?

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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