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Giunse in maglia azzurra da giovanissimo, Bruno Uvini, forte della sua già ottima esperienza in verdeoro Brasile. Ma di lui si persero subito le tracce.

Probabilmente nessuno si ricorderà più di Bruno Uvini. Lui era uno dei difensori considerati tra i più promettenti della sua generazione in Brasile, e giunse al Napoli nel 2012 con una buonissima reputazione, frutto anche del fatto di essere capitano della Under 23 della Seleçao. Eppure il suo bilancio in azzurro – e nel calcio italiano in generale – è pressoché nullo. Uvini nasce a Capivari, nello stato di San Paolo, il 3 giugno 1991. Muove i primi passi calcistici nelle giovani del club della sua città, nel 2000.

Dopo 5 anni va al PAEC e dopo altri due anni passa proprio al San Paolo. Sono tre le stagioni trascorse con le giovanili del Tricolor, che gli valgono infine il passaggio in prima squadra. Dal 2010 al 2012, Bruno Uvini fa sfoggio di buone capacità individuali anche caratteriali. Il fisico imponente (1.87 cm per oltre 80 chili di peso) lo rendono un corazziere difficile da superare nel gioco aereo. Lui poi è bravo nel gioco di anticipo e nella marcatura uno contro uno. Tutte doti che impressionano il Tottenham. Ma all’iniziale contratto di due mesi non fa seguito l’acquisto a titolo definitivo da parte degli Spurs. Così il giocatore rientra in Brasile.

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Bruno Uvini, al Napoli senza lasciare alcuna traccia

Passa appena qualche mese ed eccolo di nuovo su di un aereo alla volta dell’Europa. È il Napoli ad acquistarlo per 3 milioni di euro. Ma in 4 anni in cui resta sotto contratto con i partenopei, il ragazzo scenderà in campo in appena due circostanze. Una a dicembre 2012 in una pesante sconfitta interna per 3-1 in Europa League contro il PSV Eindhoven di Dries Mertens. E l’altra nella stagione seguente, in un Napoli-Cesena 2-1 da subentrato. Poi, oltre a 5 apparizioni con la Primavera azzurra, il nulla. Il brasiliano non giocherà mai nappure nel suo infruttuoso prestito al Siena. Con il Napoli, Bruno Uvini si era visto scavalcato sistematicamente dai vari Paolo Cannavaro, Grava, Britos, Rolando, Aronica, Campagnaro, Federico Fernandez, Gamberini, Rinaudo e poi anche Albiol e Henrique. Nel 2014 torna in patria, con un prestito al Santos caratterizzato da 2 gol ma in appena 11 partite giocate.

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Quella volta che marcò Messi e la Pulce Atomica segnò 3 gol

E Bruno Uvini ritorna per la terza volta al Napoli nel 2015, sempre senza mai giocare. Si toglie però delle soddisfazioni con l’ennesimo prestito della carriera, al Twente. Qui è titolare e segna 2 reti in 33 presenze. Il Napoli alla fine lo cede per appena 200mila euro all’Al-Nassr, dove il centrale sudamericano resta dal 2016 al 2019, giocando molto (69 gare con 4 gol), prima del passaggio all’Al-Wakrah. Il giocatore ha trovato in Medio Oriente la sua dimensione ideale ed è felice dentro e fuori dal campo. Pensare però  che da giovanissimo, appena 20enne, ha debuttato anche con la Seleçao pentacampione del mondo.

Un giorno potrà raccontare di avere marcato Lionel Messi in un Argentina-Brasile 4-3. Ma meglio starsene in silenzio, visto che la Pulce Atomica mise a segno una tripletta in quell’incontro. In carriera il buon Uvini vanta anche un successo al Campionato Sudamericano Under 20 e nel Mondiale di categoria, entrambi vinti nel 2011. Mentre l’anno dopo fa suo l’argento olimpico a Londra 2012. Anche con queste credenziali Bruno Uvini sbarcò al Napoli. Senza però che nessuno se ne accorgesse.

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Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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