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Emma Marrone torna con un nuovo singolo, Femme Fatale, che si preannuncia come uno dei successi della stagione musicale: testo e significato della canzone.

È da tempo una delle artiste più apprezzate d’Italia, e pur non avendo vinto l’ultimo Festival di Sanremo non ha fatto che consolidare la sua sua e il largo credito di cui gode presso il pubblico. Emma Marrone adesso torna negli store con Femme Fatale, un nuovo singolo scritto assieme a Jacopo Ettorre (il nome dietro grandi successi del pop italiano, come Mezzo mondo già di Emma, e Tuta Gold di Mahmood), Julien Boverod e Simone Capurro. Una canzone dalle forti connotazioni dance, pensata chiaramente per far ballare il pubblico e che quindi intende candidarsi a essere il tormentone dell’estate 2024. Femme Fatale riprende un concetto molto caro soprattutto al cinema e alla narrativa noir, quello della donna bella e sensuale tanto quanto cinica, secondo lo stereotipo della cosiddetta “mangiatrice di uomini”. Un concetto che, nella modernità di oggi, può corrispondere però anche a una donna più esplicitamente consapevole di sé, della propria bellezza e dell’effetto che fa sugli uomini.

Emma Marrone usa questo stereotipo come paragone negativo, dicendo di non riuscire ad assomigliare a una femme fatale. Il significato della canzone è quello di una donna che affronta la fine di una relazione molto importante, che la fa soffrire e non andare avanti. Piuttosto che una cinica femme fatale, appunto, Emma dice di sembrare “una bambina” per come la fine di questo amore la fa star male. In unione con il titolo, il testo della canzone cita spesso luoghi e nomi in francese.

Il testo di Femme Fatale di Emma Marrone

Ti penso in un caffè un po’ bohemian
Mentre il sole si taglia a scacchi tra le grate
Mi sembra di cadere in fondo a scalinate lunghe come quelle di Montmartre
E rivedo me
Con due occhi che
Forse nessun altro sa deludere
Fuori al vento
Avvolta in un cappotto nero
Che non riesco a chiudere
Come con te
Come con te
Mentre la luna fa la soubrette di uno show varietà in onda nelle case
I miei pensieri viaggiano tra i vicoli
Fanno enormi passeggiate
E rivedo me
Con due labbra che
Sono asciutte
A forza di discutere
Col vento che attraversa una finestra che non so mai chiudere
Si bello tutto ma
Lo so fa male, molto male
Non lo dire a me
E piango il male non ci provo a somigliare ad una
Femme fatale
Sembro una bambina
Non c’è la medicina
Per questo male che rimane
Anche dopo le tre
Ed affogare il cuore nello Chardonet
Non è da femme fatale
Ma è bello ancora, ancora, ancora
Ah, ah, ah, ah, ah, ah
C’amavamo di nascosto
So che m’ha creato un mostro
Cieli di profondo rosso
E questa febbre anche d’agosto
Che cos’è
giuro che fermo con te
Ma con te anche
Era bello anche se banale
Si, come la torre Eiffel
tu chiami love affair ma con te
rivedo me così ingenua
e quelle intenzioni buone come fragole
Ho un ricordo stupido lì dietro un vetro che non posso infrangere
Come con te
Si bello tutto ma
Lo so fa male, molto male
Non lo dire a me
E piango il male non ci provo a somigliare ad una
Femme fatale
Sembro una bambina
Non c’è la medicina
Per questo male che rimane
Anche dopo le tre
Ed affogare il cuore nello Chardonet
Non è da femme fatale
Ma è bello ancora, ancora, ancora
Ah, ah, ah, ah, ah, ah
Prima ero la tua voce
Ora sei la mia croce
Ah, ah, ah, ah, ah, ah
È stato così veloce
Si bello tutto ma
Lo so fa male, molto male
Non lo dire a me
E piango il male non ci provo a somigliare ad una
Femme fatale
Sembro una bambina
Non c’è la medicina
Per questo male che rimane
Anche dopo le tre
Ed affogare il cuore nello Chardonet
Non è da femme fatale
Ma è bello ancora, ancora, ancora

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.