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Vent’anni e non sentirli: personalità da veterano, testa alta, nessun timore reverenziale. Filippo Romagna fa sul serio e, dopo aver conquistato una maglia da titolare nel Cagliari, si candida a diventare una delle rivelazioni di questa prima parte di campionato. Dall’esordio assoluto, al posto fisso nella nuova linea di difesa, tutto in pochi giorni come accade ai predestinati, quei giocatori per cui è facile prevedere un futuro da protagonista. Questione di prospettive, con la prima stagione nel massimo campionato nazionale che per un giovane può rappresentare il trampolino di lancio oppure negare l’opportunità di crescere e accumulare esperienza laddove conta di più. A giudicare dai numeri e dai risultati però, ci troviamo di fronte alla seconda ipotesi, in grado di suffragare le ottime impressioni che il prodotto del vivaio della Juventus aveva destato nelle tappe della sua carriera a livello giovanile.

Romagna, sangue freddo e personalità

Cresciuto calcisticamente sui campi del centro sportivo di Vinovo, Romagna diventa uno dei punti fermi della Primavera guidata da Fabio Grosso, capace di conquistare nello stesso anno il Torneo di Viareggio  e sfiorare titolo nazionale e coppa Italia. Capitano e leader emotivo di un gruppo destinato a fare scuola, restando nella memoria degli appassionati di calcio giovanile per l’unione di intenti, la presenza di numerosi giocatori di talento e la costante ricerca del risultato attraverso il bel gioco, Romagna comincia a misurarsi con il mondo del professionismo passando al Novara nell’estate 2016. Tuttavia la vicinanza con Torino non porta bene (4 presenze complessive con i piemontesi di Boscaglia, solo una dal primo minuto), così a gennaio viene definito il passaggio al Brescia di Brocchi, dove da febbraio in avanti gioca con continuità al fianco di altri tanti suoi coetanei dall’avvenire illustre, accumulando a fine stagione 14 apparizioni con le Rondinelle. La scorsa estate, un po’ a sorpresa, passa a titolo definitivo al Cagliari per 7,6 milioni di euro, con Del Fabro autore del percorso inverso. Investimento importante quello operato dal club rossoblù del presidente Giulini, sempre particolarmente attento ai giovani di prospettiva, che aldilà delle cifre certifica le attese degli analisti di mercato attorno al nome del centrale classe ’97. In Sardegna è Massimo Rastelli a farlo esordire, lanciandolo titolare nel match del San Paolo con il Napoli dello scorso 1 ottobre. Battesimo di fuoco, superato senza particolari sbavature davanti a una delle squadre più spettacolari del panorama europeo, segno di maturità e voglia di crescere misurandosi con avversari di assoluto livello, senza patire l’emozione dell’esordio. Da quel momento in avanti, 6 gare consecutive da titolare, nonostante il passaggio da Rastelli a Diego Lopez potesse togliergli qualcuna delle certezze accumulate. Assieme a Barella, compagno nella Nazionale Under 20 terza nell’ultimo mondiale di categoria, compone una coppia di ventenni di cui sentiremo certamente parlare in futuro. Da sottolineare come nessuna squadra di serie A sia al momento in grado di schierare contemporaneamente due calciatori così giovani nell’undici titolare.

Filippo il bello

Romagna è oggi un giocatore moderno, capace di adattarsi in fretta, come nel passaggio dalla difesa a 4 impiegata da Rastelli, a quella a 3 con cui Lopez ha rivoluzionato la squadra fin dal suo arrivo. Centrale destro dotato di ottimo senso della posizione, eccelle soprattutto nel gioco aereo, nonostante la necessità di mettere su qualche chilo di muscoli a fronte di un fisico comunque imponente. Elegante e pulito negli interventi (nessun cartellino giallo fino ad ora), risulta anche molto efficace negli interventi, vantando una percentuale del 75% nei contrasti vinti. Al pari dei grandi difensori del passato, Romagna riesce a leggere in anticipo le diverse situazioni di gioco, qualità molto rara nel calcio moderno divenuto via via sempre più veloce e frenetico. Marcatore dai piedi educati, unisce entrambe le caratteristiche che un difensore deve possedere, partecipando con la necessaria qualità alla fase di costruzione, prerogativa fondamentale alla quale la maggior parte dei tecnici ricorre per variare costantemente lo sviluppo della fase offensiva. Dopo aver indossato la maglia della Nazionale dall’Under 15 in avanti, Romagna è già nel giro dell’Under 21 di Gigi Di Biagio, con Ventura che ha voluto studiarlo da vicino in occasione del raduno dell’aprile scorso dedicato ai giocatori emergenti. Sognare la Nazionale maggiore non è peccato, tutto a tempo debito. Per adesso, meglio godersi i suoi evidenti progressi domenica dopo domenica.

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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