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Gli interventi decisivi di Szczesny, la ritrovata solidità difensiva, l’ispirata e sapiente regia di Pjanic, il passaggio al 4-3-2-1. Ancora senza il consueto apporto in termini di gol dei suoi attaccanti, la Juventus di Massimiliano Allegri si è ritrovata in tempo per arrivare alla sosta con una sola lunghezza dal Napoli capolista, pienamente in corsa per quello che sarebbe il settimo Scudetto consecutivo. Dopo la sconfitta subita a Marassi per mano della Sampdoria nel mese di novembre, i bianconeri hanno inanellato un filotto di 7 successi e un pareggio in 8 partite (22 punti sui 24 a disposizione), divenendo nuovamente impenetrabili a prescindere, o forse in conseguenza diretta, del cambio di modulo operato dal tecnico toscano per ovviare ai troppi gol subiti nella prima parte del campionato. I numeri confermano la bontà della scelta, con la Juventus tornata cinica e spietata senza concedere quasi nulla ai propri avversari, gli stessi che molto spesso sembrano rimbalzare contro un muro, sistematicamente respinti sul più bello. Questione di atteggiamento in campo più che di interpreti, eppure c’è un giocatore che più di ogni altro sembra aver segnato il cambiamento: Medhi Benatia. Inizialmente fuori dall’undici titolare, il trentenne difensore marocchino ha saputo farsi trovare pronto quando è stato chiamato in causa, senza più uscire di scena, fino a relegare in panchina un mostro sacro come Barzagli e l’eterna promessa Rugani.

Da Pep a Max, Benatia è tornato insuperabile

Difensore esplosivo, solido, esperto, Benatia era tornato in Italia nell’estate 2016 senza destare particolari clamori, complice la non brillante esperienza in Bundesliga con la maglia del Bayern Monaco. Fortemente voluto all’epoca da Pep Guardiola in persona per rinforzare la retroguardia bavarese, era reduce da quella che resta ancora oggi con ogni probabilità la sua miglior stagione da calciatore ad alti livelli. In coppia con Castan nella prima Roma di Rudi Garcia, Benatia si era distinto come uno dei più forti centrali difensivi della serie A, contribuendo al secondo posto dei giallorossi alle spalle della Juventus di Conte, campione d’Italia con 102 punti. Pagato come un top player, ha fatto ritorno nel campionato che l’aveva lanciato con l’Udinese e che evidentemente più si adatta alle sue caratteristiche di difensore fisico, capace di attaccare alto il proprio diretto avversario o correre all’indietro in caso di necessità. Spesso troppo irruento negli interventi, ha saputo migliorare la tendenza a esporsi a inutili provvedimenti disciplinari, nonostante i 3 cartellini gialli accumulati fin qui. Favorito dalla partenza di Bonucci e dal passaggio alla difesa a 4, ha conquistato stabilmente il posto da titolare al centro della retroguardia bianconera, senza disdegnare le sortite offensive che poco piacciono ad Allegri. Eppure Benatia è già entrato nel tabellino dei marcatori in due occasioni, decidendo da ex la delicata sfida con la Roma. Un apporto il suo che si fa sentire anche in zona gol, dove può essere considerato da sempre un difensore con il “vizio”, particolare affatto trascurabile nel calcio moderno.

Szscesny-Chiellini-Benatia, il triangolo perfetto

Più a suo agio nel difendere che nell’impostare l’azione da dietro, il marocchino pare migliorato anche in questo fondamentale, come sottolineato dai numeri a riguardo. A chi addebitava il suo scarso feeling con Guardiola proprio alla scarsa dimestichezza con i piedi, risponde il dato relativo alla percentuale di passaggi completati in serie A (89.6%), che in Europa diventa del 92.4. Cifre certamente viziate dalla posizione occupata in campo e dal modo di organizzare la manovra della Juventus, profondamente mutato dopo l’addio a Bonucci; molto spesso i due centrali cercano infatti l’appoggio su Pjanic, reso tuttavia sempre più complicato dalle contromisure proposte dagli avversari nel tentativo di chiudere le linee di passaggio. Aldilà dei progressi con la palla tra i piedi, Benatia è tornato dominante anche in fase difensiva, dove al fianco di Chiellini forma una delle coppie di centrali meglio assortite della serie A. Non a caso nelle ultime nove uscite tra campionato e Champions League, la Juventus ha subito un solo gol (per altro segnato da Caceres da fuori area), chiudendo a doppia mandata la propria porta rimasta orfana di Buffon. Quasi a sorpresa dunque, Benatia si è imposto come nuovo leader difensivo, ritrovando in un colpo solo antiche sensazioni, voglia e determinazione, unico viatico a tutti i livelli nella strada verso il successo.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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