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Luca Ranieri è uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano. Protagonista nella Fiorentina e con la Nazionale italiana Under 21, il difensore si è messo in luce con ottime prestazioni. Vincenzo Montella punta forte su di lui e anche la società viola, che proprio in questi giorni ha ufficializzato il rinnovo di contratto. Contra-Ataque ha avuto la possibilità di intervistarlo e di chiedergli alcune curiosità sul suo conto. Ecco, di seguito, le sue dichiarazioni ai nostri microfoni.

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Ciao Luca, innanzitutto Contra-Ataque ti ringrazia e ringrazia la Fiorentina per averci dato la possibilità di intervistarti

Grazie a voi!

Prima di Montella che ti ha permesso di debuttare in Serie A, c’è un allenatore che ha scommesso su di te fin dall’inizio e che ritieni sia stato indispensabile per la tua crescita?

Sicuramente devo tanto a Vincenzo Montella perché mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco nel massimo campionato di Serie A ma oltre a lui devo ringraziare molto Gianluca Grassadonia, l’allenatore che lo scorso anno a Foggia mi ha dato la possibilità di esordire nel calcio dei grandi facendomi giocare ben 29 partite, lui mi ha insegnato molto e mi ha dato tanta fiducia e non smetterò mai di ringraziarlo per quello che ha fatto per me.

Chi sono i tuoi idoli nel calcio e a chi ti ispiri?

Il mio idolo indiscusso è sicuramente Sergio Ramos che ritengo sia il difensore più forte al mondo, ma stimo molto anche difensori di spessore come Skriniar e Van Dijk che sicuramente ad oggi è il difensore più forte in circolazione, ma oltre a loro mi ispiro anche ad altri diversi calciatori, però sinceramente sono concentrato molto su me stesso e sto cercando di migliorarmi.


Vivere da soli non è facile, quali sono le difficoltà che hai incontrato andando via cosi giovane?

Sì, io sono andato via quando avevo solamente 14 anni però per mia fortuna quando ho iniziato a vivere lontano da La Spezia (ndr. città dove è cresciuto) insieme a me c’erano due miei amici spezzini che sono Giuseppe Caso e Nicolò Zaniolo con cui passavo tutto il tempo insieme, sicuramente non è una cosa facile però ora che sono più grande ormai sono abituato e sono sereno.

ZANIOLO NON SI FERMA PIU’: ALTRO RECORD

Qual è il tuo rapporto con Zaniolo, ti aspettavi potesse diventare un calciatore di altissimo livello e che avesse un boom del genere?

Nicolò per me è come un fratello. Lo conosco da quando avevamo 5 anni, siamo sempre stati insieme quando eravamo piccoli e molte volte ci siamo scontrati da avversari dove ai tempi lui giocava nello Spezia e io giocavo nel Canaletto. C’era grande rispetto, a fine partita stavamo sempre insieme e lo reputo un grandissimo amico. Eravamo anche in classe insieme. All’età di 14 anni quando sono partito per Firenze insieme a me c’era anche lui, perché giocavamo insieme nelle giovanili della Fiorentina, ci trovavamo nella solita camera e nel tempo libero eravamo sempre insieme. Già da piccolo era fortissimo e faceva la differenza, ma che diventasse un giocatore di questa caratura penso che nessuno se lo potesse aspettare. Io avevo fiducia perché si vedevano le sue grandi qualità, ha sempre messo impegno, ha fatto molti sacrifici, quando c’era da lavorare negli allenamenti era il primo a dare il massimo non mollando mai. Ora è uno dei giovani più forti non solamente d’Italia ma anche del mondo, sta diventando un campione e spero continui su questa strada.

Qual è stato il momento in cui hai capito che il calcio poteva diventare il tuo lavoro?

Il momento più importante in cui l’ho capito è stato lo scorso anno, perché quando sei alle giovanili non puoi capirlo per il fatto che capita spesso che tanti ragazzi si perdono per strada e per molti motivi non riescono mai ad arrivare, di conseguenza il momento decisivo in cui ho realizzato che questo sport poteva diventare un lavoro è stato quando ho firmato il primo “vero” contratto come calciatore della prima squadra con il Foggia. Quest’anno sta andando ancora meglio qui a Firenze e posso dire che sto cercando di farmelo diventare come un lavoro.

La tua prima esperienza da professionista è stata in Serie B con il Foggia, com’è stato esordire per la prima volta in uno stadio caldo come quello del Pino Zaccheria? Quanto ti ha aiutato fare esperienza in Serie B in una piazza cosi importante?

Mi ricordo ancora la mia prima partita, ma in particolare ricordo la prima da titolare dove dopo le prime 7 giornate di Serie B giocai dall’inizio contro il Lecce, avevo un’emozione immensa perché come detto prima era la mia prima da titolare ma soprattutto era un derby importantissimo per il Foggia, inoltre andò molto bene. Giocare in uno stadio del genere è un’emozione unica perché li i tifosi sono uno spettacolo ti senti sempre come se fossi in famiglia e personalmente questa cosa mi ha fatto crescere molto. Al Foggia, alla gente, ai miei ex compagni e al mister devo tantissimo.

Oggi sei in pianta stabile in prima squadra, al tuo ritorno dal prestito ti aspettavi di essere riconfermato dalla Fiorentina in questa stagione?

Quando mi veniva chiesto dalle persone rispondevo sempre con un “non lo so” perché era quello che pensavo , poi ho sfruttato al meglio il ritiro e c’è stata la tournée dove penso di aver fatto ottimi prestazioni, cosi il mister e la società mi hanno dato fiducia e ad oggi sono qua a giocare con i miei compagni cercando di fare il meglio per la Fiorentina.

Parlaci un po’ del tuo approccio con lo spogliatoio della Fiorentina e di come ti hanno accolto e aiutato i veterani?

Sicuramente lo spogliatoio di quest’anno rispetto allo scorso è totalmente diverso perché ci sono tantissimi campioni, partendo da Ribery, Boateng, Pezzella, fino a Cáceres, però fin da subito questi ragazzi di grande caratura ci hanno fatto ambientare molto facilmente nel gruppo, poi siamo tanti ragazzi italiani e questo ci ha aiutato ulteriormente per noi nell’ambientamento e ora andiamo avanti da grandissimo gruppo e cercheremo di dare il massimo.

Chi è il calciatore che ti ha colpito di più come compagno di squadra? E come avversario?

Da compagno di squadra per la sua professionalità, tranquillità e per il suo modo di fare è Frank Ribery mentre da avversario il calciatore che mi ha impressionato di più è Ciro Immobile che ritengo sia un grandissimo attaccante.

Dove può arrivare questa Fiorentina?

Come dicono molti e come penso, la Fiorentina è una grande squadra, in questo momento purtroppo abbiamo perso qualche punto per la strada però sicuramente ci rialzeremo, siamo un gruppo giovane con tanta voglia di fare bene, non so dirti dove può arrivare, ma sia per noi che per la piazza possiamo toglierci molte soddisfazioni.

Mancini porterà molti giovani ad Euro 2020. Con l’esperienza in Under 20 e le ottime prestazioni con l’Under 21, hai già fissato come obiettivo i mondiali del 2022?

Beh sinceramente da qua fino ai mondiali del 2022 la strada non è lunga ma lunghissima, ora piano piano sto pensando alla mia Under 21 dove stiamo facendo un ottimo percorso con le qualificazioni, le abbiamo vinte tutte a parte un pareggio in Irlanda, sta andando molto bene, e poi chi lo sa magari tra due o tre anni ce lo sapremmo ridire ma ora è ancora difficile trarre conclusioni, ma sarebbe sicuramente un sogno per me.

di Fabio Chiappini

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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