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The Asunta Case è Netflix che sta riscuotendo un grande successo sulla piattaforma: è tratta da una storia vera.

In poco tempo balzata in testa alla classifica degli show più visti di Netflix, e gli ingredienti per il successo ce li ha tutti. Si chiama The Asunta Case, ed è una serie crime e thriller di produzione spagnola, creata da Ramón Campos, Gema R. Neira, Jon de la Cuesta, e David Orea Arribas. La trama in 6 episodi ruota attorno alla denuncia della scomparsa di una ragazzina di nome Asunta da parte dei suoi genitori, Rosario Porto la madre (interpretata da Candela Peña) e Alfonso Basterra, il padre (Tristán Ulloa). Il caso si rivela però presto molto drammatico, quando il cadavere della 13enne viene ritrovato lungo una strada. Il caso Assunta rimette in scena la vera storia di un fatto di cronaca nera che ha sconvolto la Spagna, risalente al settembre 2013. Il corpo senza vita della 13enne Asunta Basterra, una ragazzina di origini cinesi (il suo vero nome era Fang Yong) adottata da una coppia galiziana, venne ritrovato a Compostela, vicino La Coruña, qualche ora dopo la denuncia di scomparsa da parte dei genitori. Dai primi esami autoptici la bambina era stata sedata con un’ingente quantità di Lorazepam, ma la causa della morte di Asunta è stata in seguito per asfissia, probabilmente da strangolamento, come se fosse stata portata nel luogo del ritrovamento già deceduta. Gli inquirenti fin dai primi interrogatori, come risulterebbe dagli atti del processo, sarebbero stati sempre convinti che la 13enne di origini cinesi fosse stata uccisa dai genitori. Due anni dopo, le indagini portarono a identificare e condannare per il brutale omicidio Rosario Porto e Alfonso Basterra, appunto padre e madre adottivi della vittima, che secondo il pm erano soliti sedare spesso la ragazza, fino a che non è morta. Infatti, risultò da analisi piú approfondite che le dosi di Lorazepam trovate nel sangue della giovane Barreca erano frutto di mesi di somministrazione. La vera storia di Asunta, raccontata nella serie Netflix con una doppia possibile verità rispetto ai colpevoli dell’omicidio della 13enne, fece molto discutere trasformandosi in un caso, anche perché la 13enne adottata era cittadina cinese, e ciò porto al coinvolgimento del governo di Pechino. Ma c’era un ulteriore aspetto che contribuì a rendere scandaloso questo episodio: i Basterra erano una famiglia dell’alta società di Santiago di Compostela, in Galizia.

Rosario Porto, la madre, era la figlia di una ricca e prestigiosa famiglia galiziana, e aveva ricoperto il ruolo di console in Francia, già appartenuto a suo padre. Suo marito Alfonso Basterra era invece uno stimato giornalista di Bilbao. All’epoca in cui è ambientata la serie Netflix ispirata a fatti realmente accaduti, la coppia stava però cercando di superare una grave crisi: Alfonso aveva scoperto un tradimento, la moglie aveva una relazione con un altro uomo, cosa che portò al divorzio tra i due, anche se poi cercarono di recuperare il proprio rapporto. In aggiunta, Rosario Porto soffriva di seri problemi di depressione, dovuta anche alla morte in rapida successione di entrambi i genitori. Nella serie Netflix The Asunta Case viene toccato un aspetto a tratti macabro, senza dubbio reale, non ci sono prove schiaccianti tali da avere la certezza che siano stati i genitori ad uccidere la figlia adottiva. Nella realtà il processo sul caso Asunta durò anni e fu di difficile risoluzione, a tal punto da dover coinvolgere la giuria popolare. Non solo, venne ritrovato sul cadavere della 13enne cinese tracce di un DNA diverso da quello di Rosario Porto e Alfonso Barreca. Tracce biologiche appartenenti al luogo del delitto, un complice per l’occultamento di cadavere o il vero assassino?

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Il Caso Asunta e il difficile processo nella realtà

La storia dietro The Asunta Case resta ancora oggi, nonostante la provata colpevolezza dei genitori adottivi della vittima, in gran parte inspiegata e misteriosa. I coniugi avevano iniziato a sedare la figlia con il Lorazepam, ma il motivo non è del tutto noto. Furono loro a ucciderla, dopo averla drogata e poi strangolata, e poi a sbarazzarsi del corpo. Nei mesi precedenti la morte di Asunta, la ragazzina era stata vittima di un tentativo di strangolamento nel sonno, che Rosario Porto aveva attribuito a uno sconosciuto che era entrato in casa. Nessun vicino aveva confermato questa circostanza, e la ricostruzione era stata piuttosto contraddittoria. I coniugi Basterra sono stati condannati a 18 anni di carcere – pur continuando a dichiararsi innocenti – eppure il movente non è mai stato chiarito. Alcuni hanno vociferato che volessero entrare in possesso della ricca eredità lasciata dai nonni materni ad Asunta. Secondo un’altra ipotesi, pentiti di averla accolta, la bambina era vista come un ostacolo al loro matrimonio, crollato dopo la sua adozione, e c’è anche chi ha ipotizzato un crimine sessuale. Il 18 novembre 2020, Rosario Porto si è suicidata in carcere, mentre Alfonso Basterra è ancora in carcere a scontare la sua pena.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.