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Il lavoratore Gaby Mudingayi, prototipo per eccellenza del gregario. Un calciatore che ‘faceva legna’ e che ha messo radici dalle nostre parti.

Questa è la storia di uno di noi: Gaby Mudingayi. Umile ‘picchiatore’, instancabile soldatino in mediana a difesa della propria retroguardia. Il belga, nato a Kinshasa, nel Congo, il 1° ottobre 1981, ha militato a lungo nella nostra Serie A. Ci ricordiamo di lui per le esperienze vissute con Torino, Lazio, Bologna, Inter, Cesena e Pisa.

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La lunga storia nel calcio italiano venne interrotta solamente per una stagione, quando fu tesserato per gli spagnoli dell’Elche. La sua carriera iniziò con l’Union Saint-Gilloise, in terza divisione. Dopo due anni lo acquista il prestigioso Gent ed i quattro campionati giocati qui lo mettono in buona luce, al punto tale da far rimbalzare il suo nome fino in Italia. Lo compra il Torino, nel calciomercato invernale 2004. Nei successivi 6 mesi ottiene la promozione in Serie A. Poi l’anno dopo c’è la Lazio, che rappresenta il punto più alto sella sua carriera. Purtroppo gli inizi in biancoceleste sono complicati da diversi infortuni, ma lui segna all’esordio nel girone di ritorno in un 4-1 casalingo all’Ascoli.

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Gaby Mudingayi, gli anni migliori con Lazio e Bologna

Mudingayi FOTO Instagram

Nonostante la concorrenza dei vari Liverani, Dabo e Firmani, il buon Mudingayi lavora umilmente ed in silenzio. E non fatica a guadagnarsi le simpatie dei tifosi laziali, nonostante il colore della pelle e certe stupidi pregiudizi da parte di alcuni supporters della curva. Ma non tutto va bene: in una partita contro la Juventus, un intervento di Fabio Cannavaro causa al mediano belga un grave infortunio. Per fortuna al suo ritorno Mudingayi dimostra di essere ancora competitivo. Alla fine la storia con la Lazio si chiude nell’estate del 2008. Il 17 luglio passa al Bologna in cambio di 7 milioni di euro. In Emilia trascorre 4 anni, tutti giocati ad alti livelli e con grande continuità. Fa seguito un biennio all’Inter da assoluto comprimario, con sole 10 presenze in Serie A dal 2012 al 2014.

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Il modesto finale di carriera sempre in Italia

Di mezzo c’è un altro grave infortunio, con la rottura del tendine d’Achille ad inizio 2013. In quell’anno, l’umile Gabi rientra in campo ben 11 mesi dopo, a dicembre inoltrato. L’annata si chiude da svincolato. Lo prende quindi l’Elche a parametro zero, ma una controversia con la Federazione spagnola blocca il mercato del club e fa si che Mudingayi rimanga svincolato a febbraio 2015. E allora seguono gli ultimi anni della carriera con una inattività che si protrae per oltre un anno e poi con le modeste esperienze in Serie B con Cesena e Pisa. Solo 11 le presenze tra 2015 e 2017. Con i toscani rescinde ed appende infine le scarpette al chiodo. In carriera vanta anche 17 convocazioni nella nazionale maggiore del Belgio.

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Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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