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Claudio Villa è morto ancora giovane in maniera improvvisa: qual è la causa della morte del Reuccio e quali sono state le sue ultime parole

Claudio Villa è morto il 7 febbraio 1987 a soli 61 anni, uno scomparsa decisamente prematura che ha lasciato nello sconforto i milioni di fan in tutto il mondo, ma soprattutto la sua famiglia. Da 12 anni era sposato con la sua seconda moglie, Patrizia Baldi, di 31 anni più giovane di lei, che gli aveva dato due figlie: Andrea Celeste e Aurora. La notizia della morte del Reuccio fu un durissimo colpo, proprio perché del tutto inaspettato. Un mese prima del decesso, il celebre cantante aveva avuto dei segnali dal proprio corpo, infatti a gennaio del 1987 era stato ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma, avendo accusato un infarto del miocardio. Poco prima del suo compleanno, 1 gennaio, aveva iniziato ad accusare dei sintomi che l’avevano messo in guardia. Sua suocera, Concetta Cervo, aveva spiegato come nell’accendere la sua motocicletta, con avviamento a pedale, aveva percepito dei forti dolori tanto al petto quanto allo stomaco. Quello è stato, di fatto, l’inizio della fine per Claudio Villa, che decise di riposare un po’, per poi avere un nuovo attacco in serata. Fu così deciso di optare per il ricovero, sottoponendosi a un intervento chirurgico al cuore che potesse, di fatto, salvargli la vita. Le cause della morte di Claudio Villa sono l’infarto subito, stavolta aggravato da una pancreatite molto acuta, che lasciò ai medici nulla da poter fare. L’attenzione mediatica intorno al Reuccio fu tale da arrivare a pubblicare addirittura le sue ultime parole, apparse su La Repubblica l’8 febbraio: “Lasciatemi morire in pace. Me ne vado, lasciatemi tranquillo”. La notizia della morte del Reuccio venne data da Pippo Baudo, da poco superate le ore 23, sul palco del Festival di Sanremo, nel corso della finale della kermesse dell’Ariston. A lui venne dedicato un lungo applauso dal pubblico commosso e in piedi.

Claudio Villa chi era

Claudio Villa è stato uno dei cantanti più importanti della storia della musica italiana moderna. Amatissimo nel nostro Paese e nel mondo, si è erto a simbolo della canzone melodica nostrana, che ha affascinato intere nazioni negli anni Cinquanta e non solo. Claudio Villa non era il suo vero nome, essendo stato registrato all’anagrafe come Claudio Pica, nato a Roma l’1 gennaio 1926. Cresciuto a Trastevere, noto quartiere della Capitale, non lo ha mai lasciato fino agli anni ’50, circondati da amici e dall’amorevole famiglia di umili origini che lo ha sempre sostenuto. Mostrò un’indole artistica quando era ancora molto giovane, vinsendo il primo concorso canoro con la canzone Chitarrella, di Carlo Buti, suo grande idolo. A 21 anni riuscì a pubblicare il suo primo disco e nel 1952, 26enne, fece il suo esordio in un film da protagonista, dando inizio a una carriera parallela alla musica di altrettanto successo, almeno in Italia, recitando in circa 30 film. Il Festival di Sanremo era la sua casa, avendo segnato con la sua voce svariate edizioni, fino agli anni Sessanta. A dimostrazione del suo successo internazionale, seppe imporsi anche al Festival di Barcellona del 1959, cantando Binario. Nel 1962 prese parte all’Eurovision Song Contest, proponendo su quel prestigioso palco Addio… addio, ottenendo il nono posto. Non ha mai tradito la sua musica e, dopo aver partecipato al Festival di Napoli, Un disco per l’estate e Canzonissima, ha visto la propria fama scemare, non riuscendo mai a rinnovarsi. Il suo essere “tradizionale” ha iniziato a rappresentare un limite tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, con i cosiddetti “urlatori” ad avere la meglio. Iniziarono così le prime polemiche molto accese, anche in relazione alle sue partecipazioni al Festival di Sanremo, che lo vide per l’ultima volta con Il mio primo angelo nel 1985.

Luca Incoronato

Giornalista pubblicista, orgoglioso classe '89. Mai avuto alternative alla scrittura, dalle poesie d'amore su commissione in terza elementare al copywriting. Appassionato di cinema e serie TV, pare io sia riuscito a farne un lavoro