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Braveheart racconta la mitica storia dell’eroe scozzese William Wallace, intepretato da Mel Gibson. Ma qual è la vera storia dietro al film? Scopriamolo insieme.

Siamo davanti a un classico senza tempo, che mescola film d’azione, dramma storico e sentimentale ispirato a una storia vera. Braveheart – Cuore impavido (in originale, semplicemente Braveheart), diretto nel 1995 da Mel Gibson, è ancora oggi una delle pellicole più amate e apprezzate dal grande pubblico, capace di vincere ben 5 premi Oscar (Miglior film, regia, fotografia, trucco e montaggio sonoro) su 10 nomination. Si tratta inoltre della consacrazione come regista di Mel Gibson, che è ancora attore protagonista dell’opera: nel 1993 aveva già diretto il dramma L’uomo senza volto, ma è con questa pellicola che l’interprete australiano – all’epoca appena 39enne e reduce da successi come Mad Max e Arma letale – ha dimostrato di essere anche un ottimo regista.

La vera storia a cui si ispira Braveheart è nota quanto la trama del film cult. Nella Scozia del XIII secolo, un umile uomo di nome William Wallace decide, dopo l’uccisione di sua moglie Murron da parte degli inglesi, di reagire al dominio straniero sulla propria terra e mettere assieme un gruppo di valorosi ribelli. La sollevazione trova il supporto di alcuni nobili locali, e si trasforma in una vera e propria guerra d’indipendenza, che mette in scacco la monarchia inglese. Nel finale, però, William Wallace viene tradito dal nobile Robert Bruce, catturato e portato a Londra, dove verrà torturato e giustiziato.

Nella realtà la figura di William Wallace affonda le radici nella storia: si tratta di popolare eroe nazionale scozzese, vissuto realmente tra il 1270 e il 1305. La sua storia, però, è molto diversa rispetto a quanto raccontato nel film Braveheart, che è stato spesso accusato di grandi errori storici, volti a spettacolarizzare la vicenda al di là della verità accertata. Ad esempio, non è vero che Wallace rimase orfano di padre da bambino, ma quando aveva già 20 anni. Secondo un racconto leggendario, la sua ribellione contro gli inglesi iniziò nel 1297, quando uccise due soldati inglesi durante un diverbio: non si sarebbe trattato dunque dell’uccisione di sua moglie. La rivolta popolare di Wallace crebbe rapidamente, interessando diversi nobili scozzesi, e vide il suo apice nella clamorosa vittoria nella battaglia di Sterling Bridge (1297). Nel film di Mel Gibson, questa avviene perché gli scozzesi usano lunghe lance per fermare la carica della cavalleria pesante inglese; nella realtà, quest’ultima fu sconfitta dal crollo del ponte.

Il ribelle di Scozia venne infine catturato nel 1305 nei pressi di Glasgow. Condotto a Smithfield, vicino Londra, venne processato in maniera sommaria e quindi giustiziato per impiccagione; gli venne poi mozzata la testa e, posta su una picca, esposta sul Ponte di Londra, come era uso per i traditori. Il suo cadavere venne poi condotto e mostrato al popolo inglese nelle principali città del regno.

Braveheart William Wallace moglie e figli

Poco si sa della vita privata di William Wallace, e per questo in Braveheart Mel Gibson e i suoi sceneggiatori ci hanno molto ricamato sopra. Come abbiamo visto, la vicenda che nell’opera cinematografica innesca la sua rivoluzione è completamente inventata, e anzi non risulta che Wallace fosse sposato, nel 1297: Murron è, dunque, un personaggio di fantasia. Inoltre, lo ius primae noctis non era vigore in Inghilterra, e anche se lo fosse stato non consisteva nel diritto del sovrano ad andare a letto con le spose, bensì a una semplice tassa che andava pagata in caso di matrimonio.

Allo stesso modo in Braveheart è inventata anche la relazione con la principessa francese Isabella. È noto che la donna non avesse un buon rapporto con Edoardo II (alla cui uccisione tramite complotto lei stessa avrebbe in seguito partecipato), ma una relazione di qualsiasi tipo tra lei e William Wallace era assolutamente impossibile: Isabella aveva appena 10 anni quando il rebelle scozzese venne giustiziato, e sposò Edoardo II solo nel 1308, ovvero tre anni dopo la morte di William Wallace.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.