Skip to main content

Miracolo a Città del Capo: scopriamo la storia vera dietro il film tedesco diretto da Franziska Buch, sulla vicenda reale del primo trapianto di cuore.

Lisa Scheel è una giovane dottoressa nella Germania di fine anni Sessanta, che fatica a emergere come chirurga in un sistema fortemente conservatore e patriarcale. A questo si aggiunge anche il problema legato al padre, un noto cardiochirurgo che non l’ha mai riconosciuta, e di cui Lisa vorrebbe guadagnarsi il rispetto. Le difficoltà di fare carriera in patria spingeranno la giovane donna a emigrare e a trasferirsi a Città del Capo, in Sudafrica, dove conoscerà il dottor Barnard e prenderà parte a un esperimento rivoluzionario. È questa la trama di Miracolo a Città del Capo (titolo originale: Das Wunder von Kapstadt), film tedesco del 2022 diretto da Franziska Buch e intepretato da Sonja Gerhardt, assieme a un cast che vanta nomi come Alexander Scheer, Fritz Karl, Loyiso Macdonald, Clara Wolfram e Thimo Meitner. Il film è scritto da Chris Silber, ed è ispirato a fatti realmente avvenuti: ovvero alla storia del primo trapianto di cuore mai avvenuto, un evento che rivoluzionò la storia della chirurgia. Ma la pellicola diretta da Franziska Buch affronta anche importanti tematiche storiche e sociali più ampie, dal cambimento del ruolo della donna di fine anni Sessanta fino al tema dell’apartheid in Sudafrica. Emblematica, da quest’ultimo punto di vista, la figura di Hamilton Naki, tecnico chirurgo di laboratorio che, in quanto nero, poteva lavorare solo segretamente con il dottor Barnard, lavorando ufficialmente come giardiniere presso l’Università di Città del Capo.

Miracolo a Città del Capo Christiaan Barnard nella realtà

Christiaan Barnard era nato nel 1922 in Sudafrica in una famiglia d’origine olandese (il padre era un missionario protestante) e si era poi laureato in chirurgia presso l’Università di Città del Capo. Successivamente si perfezionò studiando negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Minneapolis, lavorando accanto a importanti medici come Owen H. Wangesteen e Norman Edward Shumway, e durante un viaggio a Mosca conobbe un altro importante luminare come Vladimir Demikhov. Tornato in Sudafrica, Barnard fece carriera rapidamente, portando avanti i suoi esperimenti, fino a che nel dicembre 1967 non riuscì a operare il primo trapianto di cuore della storia, assistito da un’equipe di una trentina di persone. Il paziente era lo sportivo lituano 53enne Louis Washkansky, che ricevette il cuore di un ragazza di 25 anni, Denise Darvall, in stato di morte cerebrale dopo un incidente d’auto. La riuscita dell’operazione rese Barnard uno scienziato di fama mondiale, anche se purtroppo sul lungo periodo Washkansky ebbe una crisi di rigetto, morendo dopo poco più di due settimane dal trapianto. A questa storia è appunto dedicato il film Miracolo a Città del Capo.

Negli anni successivi, Christiaan Barnard continuò però a operare trapianti di cuore, perfezionando via via la sua tecnica, nonostante molti colleghi in giro per il mondo avessero deciso di abbandonarne la pratica per via degli scarsi risultati. Continuò a lavorare presso il dipartimento di chirurgia cardiotoracica dell’Ospedale di Città del Capo fino al 1983, quando all’età di 61 anni si ritirò a causa dell’artrite reumatoide alle mani. Lavorò molto negli Stati Uniti, in particolare nella ricerca contro l’invecchiamento, accettando di divenire testimonial della crema Glycel, che venne poi ritirata dal mercato per decisione della Food and drug Administration, costando al medico sudafricano parte della sua reputazione. Barnard morì il 2 settembre 2001, all’età di 79 anni, per un attacco d’asma mentre si trovava in vacanza a Cipro.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.