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Sanremo 2024 sta mettendo in luce il talento di Geolier, che canta in napoletano: ma si tratta di una lingua o di un dialetto? E potrebbe andare all’Eurovision con una canzone così?

La sua I’ p me, tu p’ te ha conquistato il Festival di Sanremo 2024: Geolier è indubbiamente la grande rivelazione di questa edizione della kermesse canora di Rai 1, e in molti pensano possa arrivare anche alla vittoria. Il 23enne rapper napoletano si sta segnalando soprattutto per la sua scelta particolare di presentarsi sul palco con una canzone nel suo dialetto natale. Ma si tratta di un dialetto di una lingua? Il pubblico online si sta infatti domandando come sia più corretto identificare la parlata napoletana. Partiamo da un punto: la distinzione tra lingua e dialetto è assolutamente arbitraria, e non esistono criteri scientifici per stabilire cosa sia una e cosa l’altra. Da prassi il metodo più distinguere la lingua da un dialetto è quando si utilizza nei documenti ufficiali, così si è passati dal volgare all’italiano con il Placito Capuano, atto notarile in cui si stabiliva un passaggio di proprietà non più in latino. I linguisti insistono da sempre su una distinzione dovuta a motivi essenzialmente storici e politici: una lingua è un dialetto che è stato adottato come parlata di uno stato-nazione, anche attraverso alcune modifiche e adattamenti, come è successo con l’italiano, mutuato dal fiorentino. Negli ultimi tempi, però, la questione si è complicata un po’ di più. Soprattutto perché molte rivendicazioni etno-regionalistiche in giro per il mondo hanno portato a riconsiderare i concetti di lingua e dialetto. Quest’ultimo infatti sarebbe una variante di una lingua, ma molto più spesso i cosiddetti dialetti non discendono dalla lingua nazionale, ma si sono invece sviluppati accanto a essa, come appunto è il caso del napoletano.

Per cui quella cantata da Geolier può essere considerata sia un dialetto che una lingua, anche se negli ultimi anni si è affermata la considerazione del napoletano come una vera e propria lingua, con una sua storia e una realtà attuale molto solida. L’UNESCO ha recentemente inserito il napoletano nell’Atlante mondiale delle lingue in pericolo, ma va precisato che la definizione di lingua dell’Atlante è molto più ampia rispetto a quella utilizzata dai linguisti italiani. Inoltre, anche il concetto di lingua napoletana è molto ampio: si riferisce, in questo caso, a una parlata diffusa dalla Campania alla Calabria, con diverse varianti tutte riconducibili a un’unica lingua ideale. C’è un ramo di scuola di linguistica che ritiene però che ci siano altri parametri oltre ai documenti ufficiali per definire il napoletano una lingua (come nella canzone di Geolier portata a Sanremo 2024): la diffusione tra la popolazione e soprattutto la storicità. La musica napoletana ha entrambi i due parametri.

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Geolier canta in napoletano: può andare all’Eurovision?

Ma, alla fine di tutto questo discorso, la domanda è una: Geolier potrebbe partecipare all’Eurovision Song Contest con la sua I’ p me, tu p’ te? Il dubbio viene proprio dal fatto che il 23enne rapper campano ha portato a Sanremo un brano non in italiano, ma dovrebbe comunque, in caso di vittoria, rappresentare l’Italia al contest che si terrà in Svezia nei prossimi mesi. La risposta è ovviamente affermativa: Geolier potrà partecipare all’Eurovision, se dovesse vincere Sanremo 2024. Il regolamento del contest musicale europeo prevede la partecipazione di un concorrente per ogni paese, ma non pone limiti precisi sulla lingua della canzone in gara. Un concorrente può presentarsi all’Eurovision cantando una canzone in qualsiasi lingua voglia, anche in una inventata.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.