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La guerra di Piero è una famosa canzone di Fabrizio De André, con un forte contenuto sociale, che ha aperto il Concertone del Primo Maggio 2024.

Quest’anno, il palco del Circo Massimo di Roma si è aperto su parole recitate e non cantate, anche se tratte comunque dal testo di una canzone. È La guerra di Piero, brano famosissimo inciso nel 1964 dal cantautore genovese Fabrizio De André e poi inserito nella raccolta del 1966 Tutto Fabrizio De André. Fin da allora, questa canzone è diventata una delle più note canzoni antimilitariste in Italia ma anche fuori dai nostri confini nazionali. Una scelta emblematica, quella dell’organizzazione del Concerto del Primo Maggio 2024, visto che al momento sono in corso due grandi guerre che da mesi e anni stanno facendo discutere in tutto il mondo, quella in Ucraina e quella nella Striscia di Gaza. Il brano fu ispirato a De André dai racconti dello zio materno, reduce della campagna di Albania, e riprende un tema già trattato dal cantautore genovese in La ballata dell’eroe, incisa nel 1961. Inoltre, il testo de La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè ricorda da vicino quello della poesia di Arthur Rimbaud Le dormeur du val. Il significato de La guerra di Piero è chiaramente il rifiuto di tutte le battaglie, osservato dal punto di vista di un giovane che incontra all’improvviso la morte.

Piero è un soldato al fronte, anche se non viene specificato a quale guerra si faccia riferimento: in questo modo, la canzone assume un tono universale, rivolgendosi a qualsiasi conflitto della storia, passato, presente o futuro. Il ragazzo arriva a superare una frontiera attraversando un torrente in primavera, viene peraltro citato proprio il mese di maggio. Piero incontra un altro soldato “che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore”. Il giovane sa che dovrebbe sparargli subito, per evitare che quell’altro imbracci il fucile e lo uccida. Ma l’idea di ammazzare un altro uomo lo sconvolge: “E se gli sparo in fronte o nel cuore, soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi un uomo che muore”. Il significato della canzone scelta per aprire il Concerto del Primo Maggio 2024 non ha, dunque, colore strettamente politico riguardo al nostro Paese. Si è voluto porre l’accento sulla situazione internazionale e l’incubo della guerra che non vede fine.

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La guerra di Piero di De Andrè e la metafora di Ninetta

Questo atto di umana pietà, però, gli si ritorcerà contro, perché il soldato nemico, voltandosi, scorge Piero, gli spara e lo uccide. Fabrizio De André, ne La guerra di Piero, fa presente che però l’altro soldato non è un mostro assassino: precisa che anche il nemico, vedendo il giovane, ha paura, e gli spara per timore di essere ucciso a sua volta. L’ultimo pensiero di Piero morente va alla donna che ama, chiamata affettuosamente Ninetta. “Ninetta mia, crepare di maggio, ci vuole tanto, troppo coraggio. Ninetta bella, dritto all’inferno avrei preferito andarci in inverno”. E muore con solo le spighe di grano a fargli da testimoni, con il fucile tra le mani e con in bocca “parole troppo gelate per sciogliersi al sole”.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.