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Fermi tutti, è successo veramente: Tony Pulis non è più l’allenatore del West Bromwich Albion. Dopo la sconfitta contro il Chelsea per 4-0 a The Hawthorws la società bianco-blu ha scelto per la soluzione più drastica esonerando un manager, anzi, il manager, un uomo che in Inghilterra è praticamente un mantra. Innanzitutto vanno analizzati i motivi di questa separazione, che seppur logica e sommariamente giusta lascia l’amaro in bocca a tutti gli amanti della Premier, perchè Tony Pulis, seppur provinciale e totalmente antiestetico, è comunque una figura da rispettare e da saper leggere. Nelle ultime cinque partite, il WBA aveva conquistato la miseria di due soli punti e segnato, clamorosamente, soltanto tre reti: in una Premier che quest’anno ha visto anche il record assoluto di negatività con il Crystal Palace, è evidente che anche il campionato più blasonato e competitivo del mondo ha i suoi tristi esempi di inadeguatezza tecnica. Pulis paga certamente la serie negative di sconfitte nonchè una delle classifiche peggiori della storia recente del WBA, che quest’anno aveva comunque offerto all’allenatore gallese una rosa non proprio di eccezionale garanzie tecniche. Trascendendo il momentaneo status di complimenti e sorrisi dopo il pareggio per 1-1 a Wembley contro il Tottenham, i Baggies erano comunque in piena zona retrocessione e l’amara sconfitta casalinga contro il Chelsea ha definitivamente attivato la ghigliottina sul capo di Pulis.

One of the best: Pulis

Una tuta da gioco abbastanza larga e consumate scarpe da tennis, un occhiale perennemente sporco dall’incessante acqua che cade in Inghilterra e un inconfondibile cappellino da baseball. La fisionomia di Tony Pulis si riassume in questi quattro brevi elementi vestiari, il personale dress code  di un allenatore che il pallone lo vive, lo mastica e … lo respinge. Il gallese infatti non è certo diventato famoso in Inghilterra per il suo gioco spettacolare o la spiccata capacità delle sue squadre di segnare: il WBA e tutte le ladies calcistiche di Pulis hanno sempre preferito concentrarsi su difesa e contropiede, un kick and run in perfetto stile britannico in cui la strenua difesa e l’appiattimento di ogni enfasi offensiva avversaria erano i tag principali del suo modo di intendere il calcio. Come lo chiameremmo in Italia, nulla di più di un catenaccio come si deve. Non necessariamente bisogna essere aggressivi e riluttanti verso l’ideale tattico di quest’uomo non proprio illuminista, ma al contrario, andrebbe fatto un plauso a Tony Pulis per la gestione seria, severa e ultra professionistica dei tanti spogliatoi in cui ha lavorato. E come non menzionare il suo record individuale: l’unico allenatore di Premier League a non esser mai retrocesso in ventitre anni di carriera. Un mingherlino uomo di provincia che perennemente in tuta ha salvato ogni club in cui ha lavorato e si badi bene, non erano certo squadre di prima fascia. Portsmouth, Plymoth, Stoke City, Crystal Palace e oggi (o meglio una settimana fa) il WBA. Il never relegated man ha visto la sua opera mozzarsi in un momento difficile, in cui forse veramente meritava di non partecipare più al gioco della Premier con questo club. Dopo aver preso le redini della squadra nel gennaio del 2015, Pulis prima ha ottenuto un tredicesimo posto e poi a seguire un quattordicesimo e un decimo. Nella scorsa annata era anche riuscito a entrare nella top six allenatori selezionati per vincere il premio di miglior allenatore dell’anno, ma alla fine vinse Conte. Con il West Bromwich Albion ha pure raggiunto le 1000 panchine in carriera e nonostante sia stato esonerato per comprensibili difficoltà nella gestione tecnica della squadra, a West Bromwich non lo hanno sicuramente rinnegato.

Nuova pagina, senza Pulis

Sabato pomeriggio la squadra è ripartita da un nuovo allenatore, una scelta momentanea nel tentativo di scovare un profilo giusto a cui affidare la panchina del club. A Wembley si è seduto per il WBA Gary Megson, manager ad interim, che tuttavia non se l’è cavata male pareggiando contro una delle squadre al momento più in forma d’Europa. Ovviamente il match è stato di quelli in cui a fare il soliloquio sono stati gli Spurs, e gli ospiti, andati in vantaggio con Rondon al 4′, si sono difesi dall’assedio di Kane e compagni per tutta la partita. C’è voluta un po’ di fortuna e molta, moltissima bravura di Foster eccellente nel tenere serrata la saracinesca fino al gol di Kane al 74′; tuttavia il punto guadagnato è molto prezioso sia per morale che per la classifica, che visto il pareggio del West Ham privilegia la situazione dei Baggies rendendo l’ex squadra di Pulis un punto sopra gli Hammers diciottesimi, e un punto sotto l’Everton fermo a quota dodici punti. La prossima sfida per il WBA si chiama Newcastle United e il teatro saranno le mura amiche di The Hawthorns: una partita che i padroni di casa dovranno sfruttare per recuperare il terreno perso nelle ultime giornate, anche se i Magpies di Benitez, dopo la sonora scoppola contro il Watford, difficilmente li lasceranno passare.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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