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Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan è insieme una strana nostalgia e un futuro poco decifrabile. Lo svedese torna a Milano dopo aver giocato con PSG, Manchester United e L.A. Galaxy. In pratica, 7 anni e 152 gol dopo. E con Ibra non solo il Milan può rilanciarsi ma l’intera Serie A – come con Ronaldo – ritorna a essere mediaticamente al centro d’Europa. Ibra infatti è un catalizzatore di telecamere, opinioni e prime pagine. Basti guardare a come, su Twitter, l’hashtag Ibrahimovic sia stato l’ottavo in Italia in questo fine settimana. In pieno clima da festa. In Serie A Ibra torna come colui che deve dimostrare ma anche come uno con una valigia piena di esperienze e ricordi. E di questi l’Italia è forse quella dove ne ha collezionati di più.

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Gli amici

Difficile quindi che Zlatan non saluti con piacere alcuni vecchi avversari o compagni. A iniziare da Kevin Prince Boateng, con cui condivise lo spogliatoio durante l’intera esperienza rossonera. Di quella squadra, oltre al ghanese, potrà stringere la mano a Daniele Bonera, membro dello staff tecnico di Stefano Pioli e dunque “allenatore” dello stesso Ibra. Oppure, il 15 marzo, salutare su prato di San Siro Bryan Cristante, all’epoca giovane in rampa di lancio a Milanello e adesso giocatore chiave della Roma di Fonseca. Lo stesso Pioli, in quelle stagioni dormì poco nelle sue case di Palermo e Verona, sapendo di dover giocare contro Ibra. E il bilancio infatti fu di due vittorie del Milan sia contro i rosanero che contro i clivensi.

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I portieri

Ibrahimovic con il Milan segnò 42 gol in 61 apparizioni nella sola Serie A. In quel biennio – in cui vinse pure uno Scudetto, l’ultimo di Ibra in Italia e l’ultimo prima del filotto bianconero – Ibra fece stragi di portieri. Due di quelli oggi hanno casa a Sassuolo, tali Gianluca Pegolo (al tempo al Siena ma contro cui non ha giocato) e Andrea Consigli (prima estremo difensore dell’Atalanta). E poi ancora l’ex compagno alla Juve Buffon, tornato come lui in Italia dopo un’esperienze (molto breve) all’estero. Ci sono inoltre Sirigu (a cui segnò un gol quando era al Palermo), Handanovic dell’Inter (a cui però segnò solo all’Udinese), Marchetti del Genoa (ai tempi sia alla Lazio che al Cagliari ma a cui mancò di segnare).

Gli altri

Per il resto, molti grandi ex difensori preoccupati a marcarlo hanno abdicato. Dai rocciosi centrali dei club di provincia ai campioni delle grandi squadre, Ibra è tornato in un mondo che non può essere lo stesso di una volta. Quà e là, sparsi fra nuove squadre e con 7 anni in più, Ibra potrà salutare Ilicic, Destro, Floccari, Ekdal, Tomovic, Parolo, Peluso, Cigarini (entrambi all’Atalanta), Lulic, Sanchez, Asamoah (oggi entrambi super rivali all’Inter), Pazzini e Gaston Ramirez.

Questi sono i vecchi amici di Ibra, cambiati, spesso migliorati, ma comunque ancora in Serie A pronti ad affrontare lo svedese. E lui, c’è da scommettere, è tornato per lottare contro di loro ancora una volta.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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