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A muso duro è un film tv di Rai 1 sulla storia della nascita delle prime Paralimpiadi. Ma che fine hanno fatto i primi atleti che vi presero parte?

Va in onda stasera in prima serata alle 21.25 A muso duro, il nuovo film tv di Rai 1 dedicato alla storia della nascita delle Paralimpiadi e all’impegno del dottor Antonio Maglio, che nel 1960 riuscire a far organizzare il torneo per disabili subito dopo quello ufficiale di Roma.

Ma al di là della pellicola interpretata da Flavio Insinna, come sono andate realmente le cose e cosa è successo poi agli atleti che presero parte a quella prima storia edizione del torneo olimpico per persone disabili? Scopriamo insieme.

A muso duro: che fine hanno fatto i primi atleti paralimpici

a muso duro

La delegazione di 65 atleti e atlete italiani alla cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi di Roma 1960.

Grazie alle sue conoscenze, Antonio Maglio riuscì a portare a Roma i Giochi di Stoke Mandeville ideati un decennio prima dal medico anglo-tedesco Ludwig Guttmann, facendoli svolgere nella stessa sede dell’appena conclusa Olimpiade del 1960: i Giochi ufficiali si conclusero l’11 settembre, e cinque giorni dopo presero il via quelle che poi sarebbero state ridefinite come Paralimpiadi.

La competizione durò fino al 25 settembre, svolgendosi prevalentemente al complesso sportivo Tre Fontane dell’Eur, con l’esclusione delle gare di nuoto (organizzate dentro la piscina del Foro Italico) e di tennistavolo (svoltesi all’interno del Villaggio Olimpico). In tutto, parteciparono 400 atleti da 17 diversi paesi, competendo in 57 eventi e 8 discipline differenti, alloggiati tutti all’interno del Villaggio Olimpico (che, purtroppo, non era dotato di ascensori, cosa che creò qualche problema).

L’Italia vinse il medagliere, davanti a Gran Bretagna e Germania Ovest, conquistando ben 80 medaglie, così ripartite: 29 ori, 28 argenti e 23 bronzi. In particolare, gli atleti azzurri primeggiarono in discipline come il tennistavolo, la scherma (dove vinsero tutte e nove le medaglie in palio, senza lasciare nulla agli avversari), nel nuoto e nell’atletica leggera, in quest’ultima eccellendo in particolare a livello femminile.

In queste prime Paralimpiadi ricordate in A muso duro, furono soprattutto due nomi a brillare, entrambe donne: Maria Scutti e Anna Maria Toso. Scutti aveva 32 anni e conquistò il record di 15 medaglie (10 ori, 3 argenti e 2 bronzi in quattro sport diversi: atletica leggea, nuoto, scherma e tennistavolo); originaria della provincia di Chieti, è morta nel 2005 ed è tutt’oggi la terza atleta paralimpica più medagliata della storia italiana. Appena sopra di lei su questo podio c’è appunto Toso, una contadina veneta finita in sedia a rotelle dopo essere caduta da un albero, e che prese parte anche alle Paralimpiadi di Tokyo 1964, portando il suo personale medagliere a quota 20 premi.

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Maria Scutti, a sinistra, e Anna Maria Toso, a destra.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno