Gianluca Vacchi bancarotta: crac Parmalat

Luca Incoronato
26/05/2022

Gianluca Vacchi bancarotta: crac Parmalat

Sapevate che Gianluca Vacchi è stato coinvolto nello scandalo Parmalat? Ha rischiato di perdere tutto e andare in bancarotta.

Nel documentario Mucho Mas, su Prime Video, Gianluca Vacchi parla anche della notte più difficile della sua vita. È stato coinvolto nello scandalo Parmalat, finendo in tribunale e affrontando il rischio di vedersi sequestrare l’intero patrimonio. Scopriamo cos’è accaduto e come si è concluso i processo.

Gianluca Vacchi chi è il padre

Gianluca Vacchi è sulla bocca di tutti, da anni. È un imprenditore di fama internazionale, Dj e star dei social. Il suo motto è: “Enjoy”. Ripete costantemente che nella vita si deve avere la forza di fare ciò che si vuole, sempre. Deve costantemente fare i conti con accuse nei suoi confronti. Anche per questo ha deciso di girare Mucho Mas, documentario che possa consentirgli di raccontare la sua storia, quella vera.

Nessuno gli ha mai dato nulla. La sua famiglia era benestante, non ricca com’è lui oggi. Il suo patrimonio è oggi 100 volte superiore a quello che suo padre gli ha lasciato. Ecco la verità. Suo padre era Marco Vacchi, fondatore dell’IMA SPA, oggi azienda quotata in Borsa dal valore di 3 miliardi e dal fatturato annuo di circa 2 miliardi. Gianluca ha anche un fratello, Bernardo Vacchi, con il quale i rapporti non paiono ideale al momento. Quest’ultimo lo ha infatti portato in tribunale, chiedendo 200mila euro dopo un affare andato male.

Gianluca Vacchi Parmalat

Gianluca Vacchi è finito coinvolto nel processo Parmatour, parte del filone giudiziario del celebre crac Parmalat. L’operazione è stata rinominata Last Minute Tour, dal nome della società dell’imprenditore, last Tour. Tra il 2001 e il 2002 la società, di cui Vacchi era detentore della partecipazione azionaria, venne ceduta alla Hit, della galassia di Calisto Tanzi, per 29 milioni di euro. I magistrati di Parma ritennero quel prezzo eccessivo e determinato in maniera arbitraria.

Nel primo grado ci fu una condanna a tre anni e sei mesi, mentre in appello la sentenza venne annullata perché il fatto sentenziato era ritenuto diverso da quello contestato. Dopo 20 anni, Gianluca Vacchi è stato infine assolto perché il fatto non sussiste, a fronte di una richiesta di condanna di quattro anni e sei mesi da parte della Procura di Parma.

In Mucho Mas lo stesso Vacchi ha raccontato l’incubo vissuto: “Il sequestro al tempo era di 120 milioni di euro. L’entità di tale sequestro preventivo superava il mio patrimonio. Ricordo che era un incubo. Ho fatto fatica ma la vita ha uno strano equilibrio. Ti restituisce sempre quello che ti toglie. Una mattina mi sono svegliato e mi sono detto che dovevo avere la forza di resistere. E così è stato”.

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