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Blocco 181, la recensione della serie di Salmo: buona la prima del rapper, che sceglie una via già sondata dalla serialità italiana.

Era una delle serie più attese di questo 2022 e non ha tradito le aspettative: Blocco 181 è andato in onda con tutti i suoi 8 episodi su Sky Atlantic e che ora che la prima stagione è giunta a termine, possiamo tirare le fila di questa esperienza. L’attesa intorno a Blocco 181 era soprattutto dovuta alla presenza di Salmo come produttore, direttore artistico e anche interprete e il rapper conferma tutto il suo talento trasversale contribuendo all’ottima riuscita della serie. Andiamo dunque a tirare le valutazioni finali su questa prima stagione di Blocco 181.

Blocco 181: tra riferimenti e innovazioni

La serie tratta un tema molto consumato nella serialità italiana, ovvero quello della criminalità organizzata. Lo fa però portando la narrazione in un contesto del tutto nuovo, ovvero quello di Milano, con la sua modernità e la multietnicità. L’ambientazione milanese garantisce dunque dei tratti di unicità alla serie, che però rientra in pieno nel novero di tutti quei prodotti incentrati sul mondo del crimine e che deve molto soprattutto a un illustre precedente: la serie di Netflix Suburra.

Il trio di protagonisti formato da Mahdi, Bea e Ludo somiglia moltissimo a quello formato da Aureliano, Spadino e Gabriele: tre personaggi di tre estrazioni e contesti diversi, che per emanciparsi mettono su un’improbabile alleanza. Poi, in Blocco 181 la narrazione prende una piega diversa e uno dei tratti più interessanti sta proprio nella natura del rapporto tra i tre, col triangolo amoroso e la sessualità fluida che regalano alcuni dei momenti più peculiari e interessanti del racconto.

Anche la lotta tra la Misa e il blocco ricorda molto quella tra gli Adami e gli Anacleti in Suburra. Il debito verso la serie Netflix e altri illustri precedenti come Romanzo Criminale e Gomorra è evidente, ma Blocco 181 riesce a inserirsi in questo filone inserendo degli elementi d’innovazione, senza rinunciare al senso di continuità che ha garantito il successo della serie.

Nuove star e nuovi interpreti

L’osservato speciale di Blocco 181 era chiaramente Salmo, nell’inedita veste di attore. Il rapper si è mostrato a suo agio davanti alla macchina da presa, ma soprattutto ha compiuto un lavoro incredibile come produttore e direttore artistico. La serie è accompagnata dalla soundtrack che ha ottenuto un successo incredibile e nel complesso il prodotto è ben riuscito e grande merito va senza dubbio al rapper sardo, che ha vinto questa scommessa con Blocco 181.

Spazio poi a nuovi talenti pronti a prendersi la scena nei prossimi tempi. Da Andrea Dodero, interprete di Mahdi e che presto rivedremo nella serie di Disney + The Good Mothers, a Laura Osma, che ha prestato il volto a Bea. Il trio si completa con Alessandro Piavani, che aveva alle spalle già esperienze importanti e che ha arricchito il suo curriculum.

Insomma, Blocco 181 risulta nel complesso una serie ben riuscita. S’infila con precisione in un genere già collaudato e di successo, ma non si limita a imitarne gli stilemi. Il tutto è condito da personaggi azzeccati e da una trama che tiene appassionati gli spettatori. Prima stagione promossa a pieni voti, in attesa dell’uscita della seconda., già confermata.

Danilo Budite

Romano, classe 1995. Una laurea in editoria e scrittura e tanta voglia di raccontare il mondo che mi circonda