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La storia di Paolo Borsellino è stata raccontata nella miniserie del 2004 con protagonista Giorgio Tirabassi. Cosa c’è di diverso dalla realtà?

Gianluca Maria Tavarelli è il regista di un’importante miniserie, Paolo Borsellino, che ha raccontato in due puntate la storia del giudice impegnato al fianco di Giovanni Falcone nel pool antimafia in una Palermo stretta nelle mani della tristemente celebre organizzazione criminale. Trame intessute in Sicilia e giunte fino ai palazzi del potere a Roma. Un racconto che riassume gli anni dal 1980 al 1992, quando entrambi vennero uccisi da attentati a distanza di due mesi l’uno dall’altro.

Paolo Borsellino miniserie: differenze dalla realtà

Iniziamo col dire che la miniserie Paolo Borsellino è stata approvata dalla famiglia del compianto giudice, uno dei simboli della lotta alla mafia. I suoi cari hanno accettato di raccontare numerosi dettagli della vita personale del magistrato, così da rendere la storia molto più veritiera e intima.

Sono però numerose le differenze rispetto ai fatti realmente accaduti. Manfredi, figlio di Paolo Borsellino, ha letto lo script di Giancarlo De Cataldo, Leonardo Fasoli e Mimmo Rafele, dando il proprio benestare anche alle modifiche.

La più clamorosa riguarda Rita Atria, testimone di giustizia che collaborò con il magistrato, denunciando i mafiosi che uccisero il padre e il fratello. Una settimana dopo la strage di via d’Amelio si tolse la vita. Gettatasi dal settimo piano del palazzo romano nel quale era stata trasferita sotto falso nome. Nella miniserie il suo personaggio non esiste.

Nel 1980 Manfredi Borsellino aveva 9 anni, non era di certo un adulto come mostrato nella miniserie. Nel secondo episodio trova ovviamente spazio l’attentato a Giovanni Falcone, mostrando l’autista Costanza come membro della scorta, armato e con giubbotto antiproiettile. In realtà era un civile, autista del Ministero di Grazie e Giustizia.

L’elenco sarebbe più lungo ma il resto degli elementi da segnalare sono comprensibili modifiche dovute a differenti motivazioni, dalla precisione delle auto scelte alla presenza o meno di baffi su determinati personaggi.

Luca Incoronato

Giornalista pubblicista, orgoglioso classe '89. Mai avuto alternative alla scrittura, dalle poesie d'amore su commissione in terza elementare al copywriting. Appassionato di cinema e serie TV, pare io sia riuscito a farne un lavoro