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Sapete dov’è nata Natasha Stefanenko? Ha vissuto in una città segreta nell’ex Unione Sovietica, di cui le era vietato parlare.

Intervistata da Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, Natasha Stefanenko ha parlato anche della propria giovinezza nell’URSS. Ha spiegato come, crescendo, non si trovasse affatto bella. Viveva in un territorio con tantissime donne alte e bionde, il che l’ha spinta a dubitare del suo aspetto, come ha raccontato. Il suo arrivo in Italia ha modificato decisamente il suo livello d’autostima, abbracciando a pieno la filosofia de “altezza, è mezza bellezza”. Tra una battuta e l’altra, ha anche spiegato cosa voglia dire nascere e crescere in una città segreta, di cui nessuno non autorizzato doveva essere a conoscenza.

Natasha Stefanenko città segreta

Natasha Stefanenko vanta un ricco patrimonio culturale, dato dalla combinazione di ben tre Paesi dell’ex Unione Sovietica: Russia, Bielorussia e Ucraina. È venuta al mondo il 18 aprile 1969 in una città segreta dell’URSS, dove si fabbricavano armi nucleari. Un luogo senza nome, non presente sulla cartina geografica, eppure era lì. Lei ci viveva e non era di certo sola. Era però fondamentale che tutto ciò restasse un assoluto segreto. Nota come Sverdlovsk-45, è oggi denominata sulla mappa come Lesnoj. Una scelta decisamente recente, per un nome che vuol dire “città del bosco”.

Per lei era tutto normale, essendo una bambina. Di colpo è però tutto cambiato quando, a 9 anni, è andata a fare le prime gare di nuoto lontano dalla cittadina. La sua insegnante le dice che è importante che lei non dica da dove viene: “La città era circondata da barriere, con allarmi e filo spinato. Tutto molto inquietante, a pensarci ora, ma per me era la normalità. Avevamo pochi varchi per entrare e uscire e l’accesso era vietato agli stranieri, così come cittadini russi senza il pass, che era difficile da ottenere, e noi lo avevamo”.

Le dissero che la sua era una città segreta e che sarebbe dovuta restare tale. Una storia da romanzo per ragazzi, a pensarci, e la piccola Natasha era incredula. Una grande ansia è esplosa in lei, capendo di colpo d’essere in qualche modo diversa. Inizialmente non ci aveva voluto credere, ma poi ha iniziato a parlare con un’altra ragazzina, di una città differente. Le ha chiesto il pass, cosa normale per la Stefanenko, scoprendo che era l’unica ad averne uno per accedere in casa propria.

Giancarlo Spinazzola

Giornalista professionista classe '87, diverse le esperienze maturate soprattutto in ambito sportivo. Inviato per il calciomercato e le Universiadi ma anche per eventi di politica interna ed esteri, dal vertice bilaterale Italia-Francia alle elezioni. Ex direttore di Road2Sport e F1world, sono redattore per varie testate web e collaboro nella redazione sportiva della tv regionale campana Canale 21